ll progetto de Il Giorno per i lettori di domani

La guerra non è solo nei libri di storia

Gli adulti giocano con missili e carri armati; i ragazzi si chiedono perché devono chiudere in un cassetto tutti i loro sogni

Noi studenti studiamo le guerre, come si susseguono nell’evolversi della Storia dell’Uomo. Sappiamo che l’uomo non ha mai trovato un’altra strada per risolvere contese e processi di espansione territoriale e crescita economica e non valuta i danni sulle popolazioni. Studiando la Storia invece ci soffermiamo su cause ed effetti, nuovi scenari geopolitici, cambiamenti. Riflettiamo le conseguenze sulla popolazione. Quando affronteremo le Guerre Mondiali, dedicheremo lezioni a comprendere la crudeltà dei fatti. Partecipiamo alle giornate commemorative, secondo calendari nazionali e internazionali, poi voltiamo la pagina del nostro manuale, scorriamo il calendario e la nostra vita continua serena, tra impegni sportivi, lezioni di strumento e persino progetti scolastici su bullismo e mafia.

Da molti giorni la guerra non è più solo sulle pagine dei nostri noiosi libri: le notizie e le immagini della guerra in Ucraina si succedono nei tg, sui social, tra le pagine dei quotidiani. La realtà che si presenta ai nostri occhi, anche se i genitori filtrano le notizie per proteggerci, è terribile.

Ragazzi e ragazze come noi, accompagnati dalle loro mamme, i loro padri scelgono di rimanere in patria a combattere, fuggono, abbandonano le proprie case, le abitudini, i ricordi e coloro che amano. Ragazzi un po’ più grandi si sono ritrovati a combattere per il proprio paese senza comprendere pienamente le motivazioni. L’Ucraina confina con sette Paesi. Tutto il confine Ovest dell’Ucraina, dalla Polonia alla Moldavia, è diventato un unico enorme campo profughi. I rifugiati vengono accolti qui e trovano assistenza. Ad attenderli convogli umanitari pronti a portarli ancora più lontano. Qualcuno ha parenti o amici anche in Italia. In Russia qualcuno decide, altri subiscono, altri non sanno ciò che realmente accade. Circolano, senza ritegno, fake news che anche noi sappiamo riconoscere. Si fa vergognosa propaganda. Senza distinzioni di bandiera, tutti pagano le conseguenze della guerra. A 13 anni non vogliamo giudicare chi ha torto o ragione, ma riflettere sul fatto che la guerra è sempre sbagliata e che non è la soluzione. Da qualunque parte si decida di stare.

La paura e il dolore si propagano oltre i confini della guerra e coinvolgono la popolazione mondiale, stoppando i sogni e il futuro dei ragazzi. La guerra non è un gioco, ripetono gli adulti. Ci interroghiamo in quale mondo saremo destinati a crescere? Qual è il lascito alle generazioni future? Le risposte siano concrete. “Basta guerra ,creiamo la pace!” Questa è la richiesta di chi ha diritto di progettare il futuro. Per far grande una nazione non è sufficiente la ricchezza economica, è fondamentale riconoscere il valore della sua gente. E’ meraviglioso essere riconosciuti attraverso le proprie e personali diversità, provate a riflettere mentre gli uomini continuano a scontrarsi in molte parti del mondo.

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