La storia dei rifiuti, un viaggio di trasformazione
Dalla raccolta differenziata di carta, plastica, vetro e umido dei decenni scorsi all’attuale e più moderna economia circolare
Nella preistoria gli uomini primitivi creavano rifiuti, ma per loro non era un problema smaltirli perché erano poco numerosi, si spostavano continuamente e i rifiuti erano di tipo organico, e quindi si smaterializzavano nel terreno. I problemi arrivarono quando l’uomo diventò sedentario e iniziò a costruire villaggi, paesi e città. Per tanto tempo i rifiuti venivano depositati nei canali, nei sottoscala e nelle strade. Questi rifiuti, nei secoli, portavano malattie come la peste.
Nel 1700 Londra e Parigi, furono le prime città a costruire una rete fognaria. Quindi per evitare i contagi la soluzione era allontanare i rifiuti dai centri abitati.
Ecco quindi che nascono le discariche un po’ ovunque: a volte vengono riempite le cave, altre volte i rifiuti vengono buttati in enormi buche scavate in campi e, ricoperte di terra, man mano che si riempivano. Negli anni 60-80 si è diffusa la costruzione di termovalorizzatori in cui venivano bruciati tutti i rifiuti indistintamente, e quindi anche la plastica. Ma si scoprì che la plastica bruciando, sprigionava diossina, estremamente nociva per la salute dell’uomo.
E così, oggi abbiamo la raccolta differenziata, che riguarda quattro tipi di rifiuti: carta, plastica, vetro e organico (umido). La carta si può riciclare. Se la abbandoniamo nell’ambiente per decomporsi ci vogliono dalle tre settimane a un anno. La plastica è molto pericolosa perché ci vogliono dai 100 ai 1.000 anni per decomporsi, inoltre rilascia sostanze nocive. Il vetro si può riciclare, ma se si abbandona nell’ambiente non si decompone mai. Infine c’è l’organico (umido), che sono i resti di cibo avanzato. Si può riciclare perché si forma un compost che è un fertilizzante, che aiuta le piante a crescere. Con la raccolta differenziata si dà origine all’economia circolare che dà nuova vita agli oggetti e consente di risparmiare, riutilizzare e riciclare. Il motto quindi diventa: produco, utilizzo, riciclo e riutilizzo. Con l’economia lineare, i rifiuti si accumulano e diventano un enorme problema per l’ambiente.
Certamente tutto questo non si può fare a livello singolo. Occorrono investimenti, sostegni bancari alle aziende che vogliano proteggere l’ambiente, che hanno delle idee innovative per sostenere l’economia circolare e che consentano ai propri dipendenti di vivere meglio all’interno del proprio posto di lavoro. Un esperto bancario, Giovanni Grazioli ci ha spiegato inoltre come funziona un prestito quando la banca deve sostenere le persone che vogliono investire in progetti che salvaguardano l’ambiente. E tutto ciò sarà possibile se si lavora insieme, in un team. Abbiamo capito che è importante lavorare in gruppo essere uniti e credere nelle proprie idee e portarle avanti con passione, ma soprattutto con il cuore, e noi aggiungiamo come diceva Stregatto ad Alice, nel Paese delle Meraviglie: «tutto dipende da dove vuoi arrivare e crederci!»