Legalità, il coraggio contro l’ingiustizia
Dal singolo alla comunità: insieme possiamo essere più forti. È un concetto sicuramente non semplice, ma merita di essere capito
«Legalità è corresponsabilità, è un legame forte tra l’io e il noi» scriveva don Luigi Ciotti. Da qui parte il nostro cammino, il sorgere delle domande, l’informazione, la riflessione, il coinvolgimento. Alla base c’è la curiosità, la voglia di comprendere, l’atteggiamento di chi non è indifferente a ciò che lo circonda. Ognuno di noi è inserito in una comunità: il gruppo classe, una squadra, una parrocchia, un quartiere e ha il diritto di vivere serenamente con gli altri. Ma spesso non è facile vivere in una comunità perché siamo tutti diversi e queste diversità ci possono allontanare se non abbiamo la volontà di condividere superando l’io che ci fa alzare i muri tra ciò che è mio e ciò che è tuo, dando spazio a tutti, comunicando in modo corretto e “regolato”. La parola “regole” non ci piace molto, preferiamo la parola “libertà”. Ma può esistere la libertà senza le regole? Pensiamo al gioco: senza regole, se ognuno fa ciò che vuole e fa prevalere la sua ragione, alla fine non ci si diverte. La libertà deve essere condivisa e deve essere per tutti. Le regole educano. Questa per noi è legalità. Spesso però, ci rendiamo conto che le regole non vengono rispettate da tutti, ragazzi o adulti: assistiamo a prepotenze, litigi, vandalismi, persone che abbandonano o usano violenza contro gli animali, altre che non rispettano l’ambiente e lasciano rifiuti ovunque. Questo ci preoccupa, soprattutto se a fare queste cose sono gli adulti! Cioè quelli che dovrebbero darci il buon esempio… Abbiamo però dei punti di riferimento: le regole, che ci impegniamo a rispettare e gli adulti di cui ci fidiamo, insieme possiamo essere più forti. Non si deve stare zitti perché “il silenzio è complice”, quindi se vediamo un comportamento ingiusto dobbiamo intervenire con coraggio, avere la forza di parlare con un adulto di fiducia a scuola come fuori, senza aver paura di non piacere a coloro che “si fanno belli e simpatici” perché non rispettano le regole. Ma il nostro cammino verso la legalità non deve fermarsi a questo… dobbiamo imparare a “costruire” e per farlo dobbiamo partecipare, collaborare, lavorando insieme per valorizzare le capacità di ognuno, lasciare spazio agli altri stabilendo, ancora una volta, regole precise perché nessuno sia escluso. Legalità perciò è interessarsi, osservare, seguire le regole, intervenire, partecipare, collaborare per il bene comune, cominciando dalla realtà di tutti i giorni, a casa, a scuola, nel nostro quartiere. Mai più ingiustizia, prepotenza, violenza. La legalità è il nostro obiettivo e vogliamo raggiungerlo con l’aiuto degli insegnanti e di tutti gli adulti responsabili. Abbiamo saputo dalla nostra insegnante che, a scuola, c’è un prof referente della legalità ed è una risorsa per noi. Abbiamo cercato di capire meglio da lui che cosa vuol dire questa parola e ci ha risposto con una lettera molto interessante.
Ciao ragazzi, bello ricevere le vostre domande e sentirvi partecipi a questo tema. Inizio da questa frase per farvi capire meglio il mio ruolo come referente della legalità nella nostra scuola: «Non esiste la Legalità senza l’Uguaglianza»; è di Don Ciotti, un prete che dedica la sua vita aiutando le persone deboli, fragili, lasciate sole. Ecco, su questo concentro tutti i miei sforzi: voglio che nessuno si senta solo. Legalità è non far finta di niente, perché se mi accorgo, posso aiutare una persona in difficoltà, anche se non è mia amica; è capire cosa è giusto fare, perché tutti commettiamo errori, ma se li riconosciamo siamo sulla buona strada per vivere in un mondo migliore, pieno di sorrisi e lacrime di gioia: ma che bello è piangere di gioia se si vede superare una difficoltà? Il Dirigente, scegliendo me come referente per la Legalità, ha scelto noi, perché insieme possiamo riparare, ricostruire, migliorare, ma questo succede se mettiamo da parte l’Io e ci concentriamo sul Noi. Ecco, per me la Legalità è il Noi. Camilleri ha scritto: «L’altro, sei tu che ti guardi allo specchio”. P.S. Quando avevo la vostra età, ero esattamente come voi: giocavo, andavo a scuola e qualche volta commettevo errori, ma anche fortunato, perché ho incontrato chi mi ha saputo spiegare cosa fosse la Legalità.
Prof Giù