ll progetto de Il Giorno per i lettori di domani

Istituto Canossa di Lodi (LO) - 3A - 3B

Aiuti all’Ucraina, ex alunno ora volontario

Lodi, cibo, medicinali, accoglienza per i profughi. L’impegno di Daniel Codeluppi e della Fondazione “Santa Francesca Cabrini”

C’è anche un po’ della scuola media «Canossa» nelle tre missioni di aiuti al popolo ucraino che ha organizzato la Fondazione «Santa Francesca di Cabrini» di Lodi. L’addetto alla raccolta dei beni di prima necessità, incaricato di catalogare e archiviare il prezioso e ingente materiale costituito prevalentemente da cibo e medicinali, è un ex alunno dell’istituto.

Il suo nome è Daniel Codeluppi, ha 21 anni e ha collaborato all’iniziativa di solidarietà insieme ai fratelli. Il papà Vittorio ha guidato le colonne di furgoni fino al confine tra l’Ucraina e la Polonia raggiungendo i centri di accoglienza dove i prodotti donati dalle famiglie e dalle imprese lodigiane sono stati scaricati per essere messi a disposizione dei profughi provenienti dalle zone di guerra. Daniel, insieme al padre Vittorio e alla coordinatrice della Fondazione Martina Castelli, sono stati intervistati nell’ambito del percorso di giornalismo programmato dalla scuola per gli alunni e le alunne delle classi terze. L’incontro ci è svolto nella sala polivalente dell’istituto di via XX Settembre alla presenza dei docenti responsabili del corso di giornalismo, il docente di storia Roberto Bettinelli e l’insegnante di arte Enrico Oldini.

«Ho dato una mano per quello che potevo fare – ha raccontato Daniel agli studenti. – Qui alla Canossa ho frequentato le scuole medie. Poi ho studiato informatica alle superiori. Sono diventato un volontario seguendo l’esempio di mio papà. Mi sono messo a disposizione per catalogare i beni che abbiamo raccolto. Anche i miei fratelli hanno fatto parte della squadra. Ognuno aveva un compito ben preciso. Io ci so fare con il computer.

C’era tantissimo materiale da ordinare e preparare. Tutto doveva essere fatto nel modo migliore altrimenti nei centri di raccolta avremmo perso gran parte dei prodotti e delle attrezzature. Ogni cartone doveva aveva indicazioni chiare sul contenuto».

Le tre spedizioni sono andate a buon fine. Ma i volontari non si sono limitati a portare beni di prima necessità. La Fondazione Santa Francesca Cabrini ha predisposto anche un piano di accoglienza per i profughi. Soprattutto giovani mamme in difficoltà con i loro figli piccoli che, a Lodi, hanno potuto trovare un rifugio sicuro.

«Un’esperienza incredibile sul piano umano – conclude il 21enne – e agli studenti della Canossa posso solo dire che se ti impegni per fare del bene la tua stessa vita diventa più bella, intensa, nobile. Ti senti più forte, coraggioso e intraprendente. Tutto diventa possibile».

L’azione di solidarietà della Fondazione è nata immediatamente dopo lo scoppio dell’ostilità nel febbraio del 2022 ed i volontari hanno consegnato 80 quintali di materiale nel quale c’erano anche alcuni ecografi donati da alcune farmacie del territorio. Ora il grande lavoro consiste nel gestire al meglio l’accoglienza delle persone ospitate nelle strutture locali.

 

L’incontro tra gli studenti dell’Istituto «Canossa» e i rappresentanti della Fondazione «Santa Francesca Cabrini» è avvenuto nella sala polivalente della scuola dove Vittorio Codeluppi, l’ex alunno Daniel e la coordinatrice Martina Castelli hanno mostrato il video che è stato girato nel corso delle tre spedizioni umanitarie e che è stato mostrato a Strasburgo alla presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola.

«Ha ricevuto dalle nostre mani la terra insanguinata di Bucha ha detto Vittorio Codeluppi che ha guidato le tre spedizioni – dove hanno perso la vita centinaia di persone innocenti. Quella terra era il simbolo della disumanità della guerra».

Al viaggio dei volontari lodigiani avevano partecipato anche alcuni giornalisti e Vittorio Codeluppi aveva eseguito una diretta video con la Rai una volta raggiunti i centri di raccolta.

«Volevamo dare un segnale importante – ha raccontato – e volevamo che la sofferenza del popolo ucraino fosse ascoltata.

La presidente Metsola ci ha ringraziato per il nostro impegno e ha pianto commossa quando le abbiamo raccontato quello che ha avevamo visto nei centri di raccolta.

Anziani, donne, bambini piccoli avvolti nelle coperte.

Tutti fuggivano dall’orrore.

Abbiamo dato loro una speranza a chi aveva perso tutto e non aveva più niente di niente».

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