L’amicizia con gli studenti australiani
Gli alunni e le alunne di terza media hanno incontrato i loro colleghi del Galen Catholic College di Wangaratta
Finalmente, dopo tanta attesa, è avvenuto l’incontro con gli amici australiani per gli studenti della scuola media Canossa di Lodi. Per una mattinata intera Jamieson, Charlotte, Laylah e Marcus sono stati ospitati dagli alunni dalle alunne dell’istituto di via XX Settembre.
Un compito che ha impegnato particolarmente la classe III B dove i quattro stranieri iscritti al Galen Catholic college di Wangaratta si sono fermati a lungo dialogando con i più giovani studenti italiani e partecipando attivamente alla lezione del docente di lingua inglese William Cinquanta.
Accanto al docente c’era l’ex studente della scuola media Canossa, Bianca Agricola che frequenta l’ultimo anno del Liceo Linguistico Shakespeare di Crema: “Jamieson, Charlotte, Laylah e Marcus vivono tutti in una città a tre ore di distanza da Melbourne. Sono in Italia per uno scambio culturale. Per due mesi risiedono all’estero con una famiglia ospitante. Quando ritornano in patria ricambiano accogliendo uno studente straniero”. Gli studenti australiani hanno utilizzato la lavagna elettronica per mostrare la loro città, la loro scuola e le loro abitudini. “Parlare con loro – ha dichiarato Beatrice, alunna di terza media – è stato molto stimolante. È un modo per utilizzare in modo concreto la lingua inglese”.
Un’emozione condivisa anche dalla compagna Ginevra: “Metti alla prova il tuo inglese”. Per Federico l’aspetto più importante è stato “conoscere una cultura completamente diversa”. Filiberto: “Un’esperienza che ti apre la mente”. Sofia: “Comunicare in un’altra lingua insegna ad essere intraprendenti”.
Gli studenti stranieri erano più grandi d’età degli alunni della Canossa ma questo non ha impedito la nascita di una nuova amicizia che durerà a lungo. Da parte di tutti c’è stata grande curiosità e disponibilità al confronto. Soprattutto ha stupito il fatto che in Australia un giorno della settimana scolastica venga dedicato al lavoro e che sia possibile scegliere le materie di studio. Insomma è stato un incontro umanamente autentico nel quale ha prevalso il desiderio di conoscere e di esplorare un nuovo mondo attraverso chi lo vive quotidianamente.
“È stata un’occasione di sperimentare l’inglese con intraprendenza, coraggio e curiosità che i nostri alunni non si sono lasciati scappare” ha commentato il docente Cinquanta. Nei mesi estivi la scuola media Canossa organizza regolarmente periodi di soggiorno in Inghilterra o in Irlanda.
“La visita degli studenti australiani è coerente con la nostra proposta didattica di una scuola che si apre al mondo. Anche nell’apprendimento delle lingue straniere non c’è niente che fa crescere più dell’incontro e il contatto reale con le persone”.
L’iniziativa si unisce ai soggiorni in Irlanda, ai progetti didattici sulla fotografia etica, sul cinema e sulla musica svolti interamente in lingua inglese.
Il programma scolastico della «Canossa» prevede molti progetti didattici finalizzati a conoscere il mondo attraverso la lingua inglese. Durante la manifestazione lodigiana del Festival della fotografia etica, per esempio, gli studenti hanno partecipato ad una serie di lezioni mirate alla costruzione di un percorso di lettura delle immagini dotate di valenza artistica e sociale. Insieme al docente William Cinquanta gli alunni e le alunne hanno ripercorso il tracciato di una mostra fotografica all’aperto, il circuito Off del Festival, analizzando le opere che provenivano da tutti i Paesi del mondo. I lavori affrontavano i generi storici dell’arte fotografica, dal paesaggio al ritratto fino agli scatti sulle realtà urbane e sulla natura, approfondendo temi sociali come l’immigrazione, la sostenibilità ambientale ed energetica, le pari opportunità, la condizione giovanile, il lavoro.
Il progetto, interamente in inglese, si proponeva di sviluppare la capacità di individuare nelle fotografie le premesse spaziali, geografiche e semantiche facendo emergere l’unicità dei luoghi e delle culture rappresentate “Ci siamo concentrati sulla risposta emotiva dei contenuti insieme alla valorizzazione degli aspetti formali. Descrivere le fotografie in modo più consapevole ci ha spinto ad osservare con più senso critico la realtà di ogni giorno e ci ha permesso, soprattutto, di conoscere luoghi e popoli di tutto il pianeta»