Meda tra storia e arte: mobili e molto altro
Città del design e di un enorme patrimonio culturale e artistico tutto ancora da scoprire. Un invito a conoscerla e a visitarla
Si comincia con le origini e un po’ di storia. Meda deriva dal termine latino “meta” che significa dosso. Il dosso di cui si parla è quello ai piedi delle colline della Brianza, vicino al parco delle Groane. Nell’VIII secolo d.C., durante una battuta di caccia, i due Conti di Turbigo Aimo e Vermondo (i Santi Patroni) furono inseguiti da cinghiali. Per salvarsi si arrampicarono su “due lauri di meravigliosa grandezza”. Pensando di essere ormai ad un passo dalla morte, si promisero, che se si fossero salvati, avrebbero fondato un Monastero dedicato a San Vittore. Riuscirono a salvarsi e fu così che fondarono il Monastero, che nel 1252 cominciò a essere governato da una Badessa dell’ordine di san Benedetto.
In questo periodo la Badessa iniziò a governare anche la città, che fu fortificata diventando sede di un famoso mercato. Le figure femminili in Meda sono sempre state molto importanti, perché furono proprio loro a dare inizio alle prime botteghe artigianali di falegnameria. A Meda molti furono gli ospiti illustri che soggiornarono: il Re Enrico VI e la sua sposa Costanza D’Altavilla, Massimiliano d’Asburgo, il Duca di Milano Ludovico il Moro, San Carlo Borromeo e il nipote Federico Borromeo. Il 29 maggio 1798 il Monastero fu soppresso. Furono confiscati e messi all’asta i beni e le monache espulse.
Il Monastero venne trasformato in una villa neoclassica e nel 1830 la villa fu acquistata dalla famiglia Traversi, tuttora proprietaria. Ecco, questa è una del-le ricchezze d’arte che ci sono qui a Meda. Ma il patrimonio artistico di oggi è rappresentato principalmente dall’estro degli artigiani del mobile, dai maestri del design e dagli architetti che producono arredamenti di alto livello apprezzati in tutto il mondo. Meda è la Città del Design.
Arte: realizzazioni “Made in Me-da” che hanno ricevuto tanti premi e numerosi “Compasso d’oro”.
Ma cos’è l’ ”altro” che offre Meda? Non mancano vari eventi organizzati dal Comune, dalla Biblioteca e dalla Chiesa. Come per esempio il Palio, le maratone. Il Palio si tiene ogni anno a settembre, in occasione dell’anniversario della fondazione della città, i quattro rioni (Belgora, Bergoglio, Fameta, San Juan) si sfidano in una competizione sportiva e in una parata di carri in cui i colori e l’originalità non mancano. Dura una settimana con giochi e spettacoli la sera. E che dire delle specialità culinarie, cucinate dai volontari dell’oratorio? Altri eventi sono le mostre e incontri culturali in Sala Radio, le maratone organizzate dall’Auxologico, centro di ricerca medica e la Color Run organizzata dalle parrocchie oltre ai concerti di livello tenuti all’interno della villa Traversi. Tante sono anche le associazioni di volontariato. E che dire di visitare la Gipsoteca con le opere dello scultore Cesare Busnelli? Tanta arte e bellezza.
Certo i problemi in una città così industriosa non mancano ma qui c’è tanto da scoprire.
Siamo studentesse e vorremmo farvi qualche domanda su Meda per un articolo del Giorno.
Come vi presentereste? «Mi chiamo Luigi e ho 70 anni.
Ero un gelataio ora in pensione».
«Mi chiamo Maria, ho 65 anni.
Pensionata. Ero una professoressa di italiano».
«Sono Valentina, ho 39 anni e lavoro in un’azienda di stampa e grafica». Cosa preferite di Meda? Luigi: «Mi piace che non sia molto trafficata nel quartiere Polo.
dove abito. Adoro l’edicola dove prendo il giornale».
Maria: «Adoro la biblioteca perché è silenziosa e accogliente.
Qui passo il tempo immergendomi nel mondo dei libri».
Vale: «Mi piace il santuario del S. Crocifisso perché antico».
Cosa manca a Meda? Luigi: «Mi piacerebbe che ci fossero più attività per noi anziani».
Maria: «Mi piacerebbe un grande centro con tanti negozi e scuole ristrutturate».
Vale: «Più aree verdi e un’area pedonale».
Secondo voi Meda potrebbe essere la meta di una gita in famiglia? « Non credo perché mi sembra una città con poco intrattenimento per bambini.
Maria: «Certamente! Secondo me con le giuste attività potrebbe essere una meta educativa».
Vale: «Penso di sì. C’è tutto quello di cui una famiglia ha bisogno per una gita».