La disabilità? Va guardata con occhi diversi
Un invito a maturare la sensibilità di comprendere le fragilità di chi ci sta intorno per far sì che divengano arricchimento per tutti
Un incontro coinvolgente ha visto protagonisti nella mattinata del 14 febbraio scorso gli alunni di 2ª A e 2ª F della secondaria di primo grado dell’istituto comprensivo «Romagnosi» di Carate Brianza.
Carlo Antonini, docente universitario e ricercatore scientifico dell’università di Milano-Bicocca, ha dialogato con i ragazzi sul delicato tema della disabilità nell’ambito del progetto «Essere differenti è normale». Una questione che lo riguarda da vicino, essendo nato senza uno degli arti superiori. Alla domanda se ha mai considerato tale mancanza come limite, risponde sicuro: «Non l’ho mai vissuto come tale, anche se ci sono state circostanze, come quando i miei amici scorrazzavano in motorino, che ho provato sconforto. Oppure un altro momento su cui ho riflettuto a lungo è accaduto quando, ormai adulto, mi sono trovato di fronte ad un datore di lavoro: mi sono sentito domandare se avessi potuto svolgere il lavoro per cui ero tra i candidati, senza però chiedermi cosa l’azienda avrebbe potuto fare per supportarmi in eventuali difficoltà». Fondamentale però il supporto della sua famiglia, in primis sua madre che ha fatto di tutto per permettergli di avere la prima protesi quando aveva pochi mesi, poi tutti i suoi cari che hanno compreso l’importanza di condividere la loro storia con altre famiglie.
Così è nata nel 1986 l’associazione Raggiungere che all’epoca era costituita da sei coppie di genitori e dai loro figli, mentre oggi riunisce 200 famiglie e persone con disabilità agli arti; un sodalizio di cui Carlo è vicepresidente e partecipa attivamente agli incontri con la moglie e i due figli (Luca è alunno di 2ª A della secondaria di primo grado).
«Dagli anni ottanta a oggi la percezione della disabilità è cambiata, ma dobbiamo sempre evitare due rischi enormi: considerare i disabili eroi o esseri eccezionali e l’estremo opposto di nascondere la disabilità per vergogna» aggiunge il ricercatore.
Il nostro Paese ha fatto molti passi avanti sul fronte del sostegno alle persone con disabilità, ma «due sono le direzioni su cui lavorare: una legislazione più tutelante e un cambiamento culturale che nasce anche da legittima curiosità, spesso fondamentale per abbattere le barriere». La rete di famiglie si rivela fondamentale, ma a volte non basta: occorre che lo Stato dia il suo supporto e aiuti chi ne ha bisogno. Gli alunni hanno posto al docente universitario molte interessanti domande alle quali lui ha risposto con grande disponibilità, affidando ai giovanissimi un importante messaggio: «Cercate sempre di maturare la sensibilità di comprendere le difficoltà di chi ci sta intorno. Solo così le fragilità divengono arricchimento. Non possiamo vincere qualsiasi limite. La sfida per tutti sta nel provare a capire di quanto possiamo superare i nostri limiti, senza dimenticare di guardare le cose da un’altra prospettiva».
Fin dal 1986 l’associazione Raggiungere offre supporto e aiuto alle coppie e alle famiglie dal momento in cui scoprono che il loro bambino – o bambina – è nato o nascerà con una disabilità agli arti.
Un sodalizio nato dall’intuizione di semplici famiglie che si sono rese conto di quanto fare rete fosse importante. Raggiungere è in diretto contatto con i maggiori ospedali pediatrici italiani ed è dunque in grado di indirizzare le persone verso chi ha le migliori competenze mediche e sanitarie.
Un esempio tra tanti: il protocollo d’intesa siglato nel 2013 con il Policlinico di Modena.
Inoltre, svolge una costante attività di contatti con i soci che necessitano di informazioni, consigli, supporto, tenendo informati gli associati sui fatti di loro interesse (nuovi sviluppi tecnologici, assistenza sanitaria e tecnica reperibile nelle strutture sanitarie, informazioni legislative e normative, esperienza di altre famiglie ecc.) e organizzando incontri con aziende e Istituti pubblici e privati che operano nel campo delle protesi, per seguirne i progressi e promuoverne la diffusione e lo sviluppo.
Sostenere quest’associazione è dunque importante: attraverso il 5 per mille, è possibile offrire un contributo per offrire all’associazione i mezzi per raggiungere i propri obiettivi.