ll progetto de Il Giorno per i lettori di domani

Scuola Primaria Stoppani di Seregno (MB) - 3C

Così si giocava ai tempi dei nostri nonni

Senza smartphone e televisione, si divertivano nei cortili inventando momenti di condivisione e creando giocattoli di legno

«Quando il tempo è bello si gioca fuori!». Dovrebbe essere sempre così.

Vorremmo giocare fuori col sole, ma anche con le nuvole, col vento e con la pioggia.

Il gioco c’è da sempre e fa parte della vita. Permette di sperimentare situazioni nuove, di provare libertà e di inventare. Si impara a stare insieme. Ci sono giochi che sono stati inventati tantissimi anni fa, ancor prima della nascita dei nostri nonni, per esempio: dama, scacchi, acchiapparella, nascondino, calcio… Alcuni di questi giochi si praticano all’aperto, altri al chiuso.

Abbiamo intervistato le nostre nonne e i nostri nonni. Nonno Paolo giocava in compagnia, aveva tanti amici. Giocava a biglie, bandiera, nascondino. I giochi maschili erano calcio e guardie e ladri, quelli femminili erano la palla e la corda. Solitamente giocava negli oratori, nei cortili e, quando il tempo era bello, giocava nei boschi. I suoi giochi preferiti erano il pallone ed esplorare i boschi. Nonna Irene, quando era piccola, giocava con gli amichetti del quartiere, giocava quasi sempre in compagnia. Aveva una bambola di pezza fatta a mano dai suoi genitori e alcuni utensili da cucina di plastica. C’erano giochi tipicamente maschili e tipicamente femminili. Le bambine giocavano al matrimonio e al corteo, i maschi costruivano carrozze e andavano in giro per le strade del paese a fare le gare. È curioso il gioco dei campanelli, sembra più uno scherzo: una volta, usciti dall’oratorio, i ragazzi andavano a suonare i campanelli delle ca-se e poi scappavano. Un altro gioco era campana: si disegnavano sette caselle per terra, si lanciava un sasso e si saltava prima con un piede e poi con due.

Nonna Ada, quando era piccola, non giocava mai da sola, giocava sempre in compagnia. I suoi giochi erano: la palla, rincorrersi, saltare la corda, pattinare. I giochi andavano bene per tutti, sia per i maschi che per le femmine. Giocava sempre all’aperto, nel cortile di casa e per strada. Nonno Sergio giocava con i vicini di casa, era quasi sempre in compagnia. Non aveva giocattoli, aveva solo un pallone.

Giocava a calcio, giocava con i sassolini, con le biglie e con le figurine. Nonna Sara giocava sempre da sola. Giocava a chiacchierino, alla corda e con le bambole. Di solito giocava ai giardinetti o sul balcone, amava sfogliare i giornalini e leggere i libri.

Quando giochiamo ci sentiamo bene, ci sentiamo felici, allegri e accettati, divertiti e spensierati; comunichiamo, ci esprimiamo e ci mettiamo alla prova.

Abbiamo la possibilità di stare insieme agli amici, di fare nuove amicizie, di inventare e di collaborare. Impariamo a controllarci, a essere veloci nelle decisioni e a vincere le nostre paure.

Sarebbe bello vivere anche lo sport come un gioco! Dopo aver ascoltato le storie dei nostri nonni, chiediamo più tempo e più spazio per giocare: a scuola, a casa, al parco e all’oratorio.

 

Corsa nel sacco Si tratta di una corsa in cui i partecipanti avanzano lungo un breve percorso con le gambe infilate in un sacco: si corre con piccoli saltelli per arrivare primi al traguardo.

Gioco dell’oca Si gioca su un tabellone che riporta un percorso a spirale, composto da 63 o 90 caselle. A turno i giocatori lanciano i dadi e avanzano a seconda del numero ottenuto. Alcune caselle indicano azioni speciali, come restare fermi, tornare indietro o pagare pegno.

Campana Dieci caselle numerate progressivamente in fila indiana, tranne due blocchi con caselle affiancate. Si lancia un sasso in una casella e si salta su un piede solo in tutte le altre, rispettando la numerazione, tranne in quella che contiene il sasso.

Le biglie Il più conosciuto è quello della Tana, della buca. Il gioco consiste nel colpire le biglie degli avversari diventandone proprietario. Prima di poterle colpire bisogna far entrare la propria biglia in una buca. Alla partenza, a turno, si tira la propria biglia, colpendola con il pollice o l’indice.

Quando uno riesce a entrare in una buca può, con un tiro successivo, mirare le altre biglie.

Se riesce a colpirne una, guadagna la biglia avversaria, in caso contrario il gioco passa agli altri giocatori. Ad ogni tiro ci si può spostare in avanti la propria biglia di una spanna. 

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