ll progetto de Il Giorno per i lettori di domani

IC Liguria di Rozzano (MI) - 3F

«La gelosia? No, è colpa sua non mia»

In un anno, è stato possibile registrare più di 110 casi di femminicidio. Ma non si può uccidere un persona cara per motivi tanto futili

Ora più che mai é diventato impossibile camminare per strada per una ragazza, la paura che girando l’angolo si possa trovare qualcuno che possa fare del male, é molto più alta degli scorsi anni.

Non stiamo parlando di una persona, ma di ben 110 donne che in un solo anno, il 2023, sono state uccise da coloro che amavano di più in tutta la loro vita, oppure da uomini per cui non provavano più nulla.

Com’è che si dice? La gelosia é una brutta bestia, ma si può arrivare fino al punto di uccidere una persona solo perché si diceva non più legata a te e buttarla nel fosso? Oppure inseguirla fino a casa, giusto perché lei era sola e molto bella? Ormai si é arrivati a pensare che tutto ciò sia sbagliato, ma non pensate sia un po’ troppo tardi? Ormai l’unica domanda che riescono a porti nel momento in cui sei stata vittima di stupro o violenze sessuali e psicologiche, é «com’eri vestita? Non te la sarai mica andata a cercare? Avrà avuto sicuramente delle ragioni». E una ragazza terrorizzata dal mondo esterno, non sarebbe neanche in grado di rispondere.

Si voleva solo divertire, uscire con le sue amiche, stare con qualcuno che l’avrebbe amata per sempre, non con un ragazzino che l’avrebbe massacrata di botte e fatta sentire uno schifo giusto perché quella sera un ragazzo le aveva chiesto dove fosse il bagno.

«Se domani non torno a casa, mamma, forse sono in un qualche posto abbandonato, forse in una valigia, forse in un sacco nero dentro un cassonetto, non arrabbiarti se vedi come mi hanno trattato, perché loro ti diranno che me la sono cercata, che non ho urlato abbastanza, ma forse perché quelle mani grandi che mi facevano paura, mi coprivano la bocca; quando vedrai che indosso quel vestito di lividi, non urlare, perché ti diranno che indossavo un vestito troppo corto, che forse avevo dell’alcol nel sangue, alla fine troveranno sempre un modo per salvare chi era dalla parte del torto. Mamma, se domani dovesse mai toccare a me per una strana ragione, voglio essere l’ultima, perché questo mondo, questo che stanno preparando per noi, mi fa paura, tanta paura, ma alla fine non é colpa mia o tua, ma é colpa loro».

Stiamo gridando le parole di moltissime, troppe ragazze, che ormai vivono nella paura, alla fine non conta se é colpa mia, tua o loro, perché alla fine, quelle 110 ragazze e donne, non ci sono più.

Sono le ragazze a dover essere protette, ma i ragazzi devono essere anche educati a rispettare tutti, indipendentemente da età, genere o colore, perché alla fine siamo tutti uguali.

 

L’argomento di cui vi vogliamo parlare è il femminicidio, abbiamo scritto che è un argomento che ci sta a cuore perché pure a scuola ne abbiamo parlato molto ed è una cosa che non possiamo dimenticare.

Ora vi racconteremo cosa abbiamo fatto per non rimanere indifferenti: Tutto è partito quando abbiamo sentito parlare di Giulia Cecchettin (la ragazza che è stata uccisa dal fidanzato) e di tutte quelle persone che sono morte per colpa dei loro compagni o ancora peggio dei loro mariti.

Dopo aver parlato con il prof ci siamo adoperati per dare anche il nostro contributo e far finire il femminicidio.

In classe abbiamo parlato di questo argomento durante le ore di attualità e abbiamo espresso le nostre opinioni, abbiamo cercato di capire il perchè accade e come prevenirlo.

Per capire meglio abbiamo anche letto il testo di Gino Cecchettin. Noi abbiamo deciso di fare dei disegni con slogan che sono appesi fuori dalla classe e che rappresentano il nostro no al femminicidio. Li abbiamo appesi in corridoio perché li possano vedere tutti. Questo lavoro ci è servito per riflettere su quello che capita intorno a noi e su quello che fanno molte persone magari anche dopo una litigata o perché si sono lasciati.

Noi speriamo, dopo tutto questo lavoro, di aver più chiaro quanto sia importante il rispetto di tutte e di tutti.

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