Teniamoci in conTATTO allenando l’empatia
A scuola, bambini e persone non vedenti e afflitte da sordità entrano in relazione per imparare gli uni dagli altri
La comunicazione è l’abilità che ha permesso all’uomo di arrivare fino ad oggi. Comunicare è indispensabile e ha lo scopo principale di stabilire relazioni significative. Siamo nati per comunicare, dice la scienza, comunicare a tutti i costi, in qualsiasi modo, anche in presenza di limitazioni sensoriali che non devono essere viste come barriere o ostacoli insuperabili, perché quando ci si incontra veramente non servono parole, ci si incontra e ascolta con il cuore.
L’uomo si sa ha una alta capacità di adattamento, è così fin dalla preistoria, essa gli ha permesso di non estinguersi e di evolversi. La capacità di potenziare gli altri sensi, in risposta ad una limitazione sensoriale, è un vero potere da supereroe.
Un’altra abilità importante è l’empatia, cioè mettersi nei panni dell’altro per comprenderne necessità, emozioni, e pensieri.
Sono proprio questi temi le finalità del progetto «Leghiamoci a distanza» proposto dalla Lega del Filo d’Oro di Lesmo alle classi terze dell’istituto «A. Stoppani» di Seregno.
La Lega del Filo d’Oro è una fondazione che si occupa dell’assistenza, dell’inclusione e interazione di persone con disabilità sensoriale. Il progetto ha anche lo scopo di sensibilizzare i bambini sul tema della disabilità. A volte si pensa di tenerli lontani da questi temi, come se fossero troppo piccoli per comprendere o possano essere spaventati da ciò che è “diverso”.
Invece loro capiscono e sono capaci di andare più in profondità rispetto agli adulti.
Il segreto è la loro spontaneità, la loro curiosità che, come il sole, non si spegne mai, il loro grande cuore e il loro sguardo limpido, lontano da inutili pregiudizi. A questi temi i bambini devono essere educati sin da piccoli, perchè se conosco comprendo e se comprendo accolgo. Il progetto prevede incontri in presenza con persone che non vedono e non sentono, dando ai bambini la possibilità di sperimentare strumenti comunicativi alternativi: il Malossi, la LIS, l’alfabeto segnato sul palmo della mano e l’alfabeto in dattilologia.
Il progetto inoltre prevede un’attività di corrispondenza via mail tra le classi e alcuni ospiti della residenza, al fine di conoscersi per creare un legame “prezioso”, come un “filo d’oro” che unisce due realtà che sembrano diverse ma che sono molto simili. La residenza di Lesmo infatti per i suoi ospiti è una casa ma anche una “ scuola” di vita. A fine percorso i bambini andranno a Lesmo e doneranno un libro tattile da loro realizzato. Un libro che possa essere “ascolTATTO”, cioè percepito attraverso il tatto. L’impegno e la dedizione con cui questi libri verranno realizzati saranno prova tangibile di cura reciproca.
Progetti di questo tipo, permettono alla scuola di diventare “palestra” dove allenare abilità empatiche, sociali e inclusive. Una vera e propria “scuola di vita”, che prepara gli studenti ad affrontare le sfide del mondo.
Chiara, cosa fa la Lega per le persone con problemi di udito e di vista? «Aiuta le persone sordocieche a comunicare, a raggiungere il miglior grado di autonomia possibile, insegna loro a scegliere e a vivere il tempo con attività e relazioni significative. In poche parole le fa uscire dall’isolamento a cui sarebbero costrette senza tali accorgimenti».
Com’è lavorare con queste persone ? «Aiuta ad essere più attenti e sensibili, a non tralasciare i dettagli. Aiuta ad ascoltare con il palmo della mano, a sentire il benessere in un respiro, a vivere la musica senza poterla ascoltare. E’ magico! Le persone sordocieche hanno una forte sensibilità. Comprendono quanto tu sia in loro ascolto, quanto ci tieni ad entrare in relazione con lo-ro, quanta passione ed energia ci metti in ciò che fai e allora ti ricambiano cercandoti, comunicando e affidandosi».
Come è nata l’idea di fare un progetto per le scuole e qual è la sua finalità? «Il progetto è nato nel periodo del covid. Eravamo isolati. La corrispondenza a distanza poteva offrire agli ospiti di Lesmo uno sguardo sul mondo, un contatto al di fuori delle mura domestiche. La scelta della scuola è stata suggerita da una proposta di attività fatta alla classe di mio figlio. Credo fortemente che quanto state vivendo con questa esperienza concorrerà a formare adulti di valore».