ll progetto de Il Giorno per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Pirandello di Solaro (MI) - 3A

L’uomo che salvò 47 migranti dal naufragio

Vito Fiorino, dalla Sicilia a Solaro per sensibilizzare i ragazzi sulla questione dei profughi, attraverso la sua testimonianza

Vito Fiorino è un falegname e un pescatore per passione che, il 3 ottobre 2013, ha salvato 47 vite umane a Lampedusa, durante uno dei più grandi naufragi del Mediterraneo. Venerdì 24 marzo 2023, alle ore 9:10, nei locali del MAPS di Via Drizza, Vito Fiorino ha incontrato i ragazzi delle classi terze della Scuola Secondaria di I grado “L. Pirandello”, a Solaro.

Alla conferenza hanno partecipato anche il sindaco Nilde Moretti, l’assessore all’Istruzione e alla Cultura Monica Beretta e il dirigente scolastico Daniele Dallatomasina. Vito ha scelto di raccontare, nelle diverse scuole d’Italia, la sua storia e la sua esperienza per sensibilizzare i ragazzi su una tematica così importante come quella dei migranti. Vito Fiorino nasce a Bari il 13 agosto 1949 e si trasferisce molto giovane a Sesto San Giovanni con la propria famiglia.

Successivamente inizia a lavorare come falegname al fianco del padre. Dopo una vacanza di pochi giorni a Lampedusa, si innamora del posto e decide di trasferirvisi nel 2000. Durante l’incontro ha parlato della strage del 3 ottobre 2013 in cui morirono 368 persone.

Noi alunni abbiamo avuto la possibilità di porgli delle domande, a cui Vito ha risposto molto volentieri, facendo in modo che capissimo a fondo cosa abbia provato in quei momenti difficili e da quali sentimenti sia stato animato. Nell’incontro , oltre a raccontare il naufragio e il salvataggio , a proposito della situazione dei migranti in Europa e delle Ong, ha dichiarato: «Tanti si dimenticano che anche gli Italiani sono stati migranti in passato. Non è importante da dove si arrivi o quale sia il colore della pelle. Le Ong operano nel Mediterraneo per dare soccorso, ma ora sono penalizzate. A mio parere, però, chi deve essere punito è chi organizza quei viaggi con i barconi, chi con i soldi in-cassati compra armi o compie altre azioni illecite».

Gli è stato chiesto come affronterebbe la questione dei migranti se fosse un politico: «Bisogna combattere le dittature dei Paesi di provenienza dei migranti.

Vi faccio un esempio pratico: pensiamo ai nostri cellulari; per ogni telefonino viene estratto in Congo del minerale prezioso.

Quindi è come se noi fossimo complici di quel sistema di sfruttamento». Infine a proposito della tragedia di Cutro avvenuta giusto 10 enni ha commentato: «Manca la volontà di creare dei corridoi umanitari. La storia si è ripetuta anche subito dopo il naufragio del 2013. L’11 ottobre dello stesso anno infatti, 360 siriani partirono con un barcone dalla Libia, ma vennero avvistati da una motovedetta che sparò sul barcone, provocando dei buchi nello scafo. I migranti chiesero aiuto a Malta, la quale rispose che la questione non era di loro competenza. Il barcone affondò con 260 morti, di cui 60 bambini. Al processo la Marina Militare venne dichiarata colpevole e, nel secondo grado di giudizio, vennero assolti tutti perché erano scaduti i termini».

 

Al termine dell’intervento i ragazzi delle varie classi hanno rivolto una lunga serie di domande a Vito Fiorino alle quali l’uomo ha risposto volentieri cercando di chiarire sentimenti ed emozioni.

Cosa ha provato mentre salvava quelle persone? «Io e i miei amici abbiamo avuto paura, ma nonostante non potessimo trasportare più di nove persone sulla nostra barca, abbiamo iniziato a salvare più persone possibili, portandone a bordo 47»

Cosa ha provato quando ha saputo di essere stato dichiarato Giusto? «Inizialmente mi sono informato su cosa significasse essere un Giusto. Una volta appreso, sono stato onorato di essere riconosciuto come tale, ma non mi sento un eroe»

Il suo rapporto con il mare è cambiato? «No, ho fatto solo un bagno da allora, non ho più la barca GAMAR, non riuscivo più ad andare in mare, questa tragedia mi ha cambiato la vita, guardo il mare ma non voglio più navigare».

Chiudendo gli occhi ora cosa vede? «Io soffro di claustrofobia (in aereo, in ascensore). Dopo l’ottobre del 2013, quindi ormai da dieci anni, quando chiudo gli occhi e rivedo quella scena in mare supero tutte le mie paure, anche quella claustrofobica che solitamente mi impediva di salire in ascensore o in aereo».

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