Una mano lignea per ricordare i lavoratori
Inaugurata nel parco di Villa Guaita una scultura di Giacomo Rusconi, primo passo verso il Museo del Cotone che aprirà in primavera
Il giorno 14 dicembre 2022, alle ore 11, si è svolta l’inaugurazione di una scultura lignea situata nel parco di Villa Guaita, una villa ottocentesca situata in centro a Ponte Lambro, ex Rsa del paese. Un cedro del Libano ormai morto, di circa trecento anni, è stato trasformato in una scultura che rappresenta una mano che sorregge un fazzoletto: la mano simboleggia il duro lavoro degli operai del Cotonificio che era attivo in paese, mentre il fazzoletto rappresenta il prodotto finito.
Quest’opera èstataideatadall’artista Monica Galanti mentre Giacomo Rusconi è lo scultore che l’ha realizzata. Il cedro inizialmente è stato tagliato lasciando un ceppo biforcuto alto circa quattro metri con una circonferenza di due; successivamente è stato lavorato e trasfor-mato nella scultura attuale di 2.70 metri. All’inaugurazione erano presenti: il sindaco di Ponte Lambro, Ettore Pelucchi, l’assessore Carlo Santambrogio, alcuni consiglieri comunali, i realizzatori dell’opera e gli alunni della scuola secondaria di I° grado. Quest’ultimi hanno presentato il lavoro che hanno realizzato in classe sul Cotonificio di Ponte Lambro; hanno mostrato ai presenti alcuni cartelloni che riportavano riflessioni su alcune parole significative: solidarietà, lavoro, cedro, mano, riuso, fazzoletto… Con gli scarti lignei del cedro sono state realizzate alcune panchine e un magnifico cartiglio con una scritta incisa a mano: «E il cedro completato il suo ciclo vitale rinasce scultura che mostra quella storia di mani al lavoro, la trama della vita lavorativa di Ponte Lambro». «Per realizzare questa scultura ho impiegato circa dieci giorni-dice Giacomo Rusconi, lo scultore dell’opera -è un lavoro che richiede molto manodopera, ma soprattutto il cuore». «l contenuto del cartiglio all’origine era molto più lun-go- dice l’artista Monica Galanti- lo si trova nella sua completezza su Facebook ma per motivi pratici è stato sintetizzato».
«Tanti abitanti di Ponte Lambro hanno legami con il cotonificio, molti parenti stretti lavoravano in quell’azienda e così sono stati tramandati tanti ricordi- dice Roberta Molteni, professoressa della scuola Aldo Moro- mia nonna ha lavorato al Cotonificio».
«Ho apprezzato soprattutto il lavoro manuale dell’artista perché l’idea che una persona con le proprie mani, da un oggetto inermeriescaaricavarneun’opera d’arte mi affascina molto- aggiunge Anna Turati professoressa di Lettere alla Aldo Moro. Siamo sorpresi dal fatto di scoprire che il nostro paese ha radici lontane legate a un’attività industriale che nel passato era così importante- dicono i ragazzi delle medie presenti all’inaugurazione- cercheremo con i docenti di approfondire l’argomento così come hanno fatto gli studenti che ci hanno preceduto alla scuola media».