Un principe francese in scena al “Manzoni”
“Le Petit Prince” arriva all’ombra della Madonnina in versione originale per le scuole, per imparare la lingua anche dalla platea
Erasmus Theatre, opera a Lecce da circa 20 anni nell’ambito del teatro facendo approdare nel Salento attori madrelingua con i quali prepara gran parte degli spettacoli: importanti musical e classici della letteratura inglese, per farli circuitare in tutta Italia.
In questo modo offre una valida alternativa alla lezione frontale, attraverso spettacoli teatrali in lingua originale.
Grazie a questo genere di progetto lo scorso lunedì 20 febbraio Erasmus Theatre ha portato a Milano «Il piccolo principe» per le scuole secondarie di primo grado, naturalmente in lingua originale, perché la grande novità delle ultime stagioni è rappresentata proprio dagli spettacoli in lingua francese e spagnola.
L’ approccio è leggero e divertente ed esiste anche una versione digitale, Erasmus Digital Theatre, ovvero una piattaforma multimediale, sulla quale sono presenti molte compagnie teatrali nazionali e internazionali, con opere classiche e moderne. La classe 2B dell’IC Franceschi di Milano ha intrapreso già da prima delle vacanze di Natale il lavoro sulla lettura del copione per affrontare, guidata dalla Prof.ssa Dora Iori, tutta la complessità del testo di Antoine de Saint-Exupéry e del suo adattamento per la scena.
Lo spettacolo è stato coinvolgente e scorrevole, grazie soprattutto, all’abilità degli attori, alle musiche e al contributo di foto e video che arricchivano le scena. Una nota di particolare merito spetta ai costumi di Pamela Pamelini che sono riusciti a conquistare il giovane pubblico evocando in maniera molto realistica i personaggi della storia.
Le vicende raccontate dal celebre scrittore francese hanno portato i ragazzi delle scuole a compiere un vero e proprio viaggio per sentirsi essi stessi esploratori di un mondo oltremodo fantastico. D’altra parte pare che Antoine de Saint-Exupéry sia stato un bambino pieno di inventiva che sperimentò il suo primo volo a 12 anni.
Due aspetti quindi fondamentali per la crescita degli alunni.
Anzitutto l’avvicinarsi a un autore come Saint-Exupery li aiuta sia a comprendere certi aspetti avventurosi della vita, sia a conoscere ed apprezzare un grandissimo autore che appassiona grandi e piccini con la sua filosofia comprensibile a chiunque abbia un minimo di sensibilità.
Inoltre il teatro in lingua per le medie inferiori dovrebbe essere una costante per tutti in quanto avvicina alla lingua parlata. Un esercizio linguistico che per i ragazzi diventa una specie di divertimento e li migliora nella conoscenza nella lingua e nella comprensione orale, sempre l’aspetto più ostico nello studio del francese, dello spagnolo o dell’inglese. Ma sono lingue straniere che ormai fanno parte del patrimonio comune e nel lavoro che attende i ragazzi non si può più prescindere da queste conoscenze. E il teatro francese ha un fascino particolare che non lascia nessuno indifferente, anzi aumenta la voglia di capire.
Dopo la rappresentazione alcuni alunni della 2B hanno parlato con tutti gli attori coinvolti nel progetto: Joséphine Thiocone, Sacha Cristante, Jeremy Berthoud, Victoria Mackay e Julia Marini.
Come ti è venuta la passione per la recitazione? « E’ una passione coltivata sin da bambina e poi divenuta realtà grazie a tanto impegno».
Qual è il clima in questa compagnia? Siete anche amici? «In verità non è una compagnia ma è una produzione, cioè tre di noi hanno una propria compagnia teatrale ma lavorare con Erasmus Theatre è un grande piacere perché ci permette di lavorare in Italia».
Per quanto vi siete preparati per lo spettacolo? « Ogni attore ha preso la parte di un personaggio del Piccolo Principe e in pochi giorni tutti insieme hanno realizzato questo spettacolo in francese . Tutto questo è stato realizzato per le scuole italiane» Avete seguito i disegni originali del libro? «Si, abbiamo seguito i disegni originari del libro, ma modificando leggermente quelli della volpe, del serpente e dell’ubriacone» Com’è recitare per le scuole? «E’ molto difficile perché i ragazzi sono un pubblico molto più vivace e esigente. Servono più immagini per capire un testo come questo che è molto lungo e per di più in francese».