Digital Sherpa: nuova vita ai vecchi device
Olgiate Olona, nel laboratorio dove si condivide la tecnologia in modo sostenibile per donare un supporto a chi ne ha bisogno.

La mattina del 25 gennaio 2025, gli studenti di 3ªE della scuola media «Schweitzer» hanno avuto l’opportunità di visitare il laboratorio del prof. Massimiliano De Cinque, che da oltre 20 anni porta avanti una delle sue più grandi passioni: dare nuova vita a vecchi dispositivi elettronici per poi donarli a chi ne ha più bisogno. Proprio come accade con una decina di computer consegnati in quell’occasione a Chiara, coordinatrice di un centro per bambini disabili chiamato «L’Isola che non c’è».
L’officina informatica diretta da Massimiliano in realtà ha sede nel garage di casa sua. Qui ogni sabato mattina ragazzi di diverse età, che sono tutti volontari, lo aiutano nel suo lavoro di recupero e ripristino dei dispositivi. Il suo progetto si chiama «Digital Sherpa», un’iniziativa personale che ha come obiettivo quello di migliorare il mondo, combattendo spreco e diseguaglianze; ha scelto di utilizzare questo nome ispirandosi alla figura dello sherpa, la guida che accompagna i turisti lungo i difficili sentieri del Nepal. Così come lo sherpa aiuta a superare gli ostacoli fisici, Digital Sherpa è una guida nel mondo digitale, che facilita l’apprendimento tecnologico e aiuta chi ha difficoltà. Inoltre, sostiene una vera e propria rete di solidarietà, che non solo aiuta chi ha bisogno di dispositivi elettronici, ma sensibilizza anche la comunità sui rischi ambientali e sanitari legati al trattamento dei dispositivi elettronici dismessi. I vecchi dispositivi, infatti, se non gestiti correttamente, vengono bruciati nei paesi africani, dove rilasciano tossine cancerogene nell’ambiente, che se inalate, possono essere fatali e causare gravi danni alla salute.
Massimiliano inoltre ha spiegato agli studenti che è fondamentale recuperare e riutilizzare i dispositivi elettronici, per contribuire a ridurre l’inquinamento, lo spreco e proteggere la salute delle persone. Questi sono concetti che lui insegna anche ai suoi studenti della scuola superiore «Promos» di Magnago e insieme alle sue classi ha realizzato persino un presepe con componenti di materiale informatico non ricondizionato.
L’iniziativa è stata un vero successo: con l’aiuto di una giornalista, Massimiliano è riuscito a inviare una foto del presepe realizzato al Papa, ricevendo in risposta una lettera di ringraziamento. Le sue azioni non solo hanno aiutato numerose persone bisognose, ma hanno anche avuto un impatto positivo sull’ambiente, contribuendo a ridurre l’inquinamento e a sensibilizzare la comunità sul corretto smaltimento dei dispositivi elettronici. Soprattutto grazie al supporto dei giovani: «Anche voi siete delle piccole gocce, e un oceano è composto da tante piccole gocce». Un messaggio che invita tutti a fare la propria parte perché è proprio con questi piccoli gesti che si costruisce un mondo migliore, più giusto e più attento agli altri e all’ambiente. Digital Sherpa, attraverso il suo progetto, sta dimostrando che il cambiamento parte da noi, e che, possiamo fare la differenza.
Di cosa vi occupate qui da Digital Sherpa? «Siamo undici collaboratori e veniamo qui ogni sabato mattina da un anno e mezzo, più o meno. Noi aiutanti, alla fine della mattinata, ci portiamo a casa dei computer e li sistemiamo. Il sabato dopo li riportiamo e li regaliamo ai bisognosi. Ogni sabato mattina accendiamo i computer, vediamo se funzionano, e dopo quando arriva qualcuno che ne ha bisogno li spegniamo e li diamo a chi ce li chiede.
Quando li diamo alle persone, gli spieghiamo come montarli e li aiutiamo a portarli alla loro macchina o dovunque».
Fate distinzione tra computer fissi e portatili? «Cambia il sistema operativo: per i fissi di solito manteniamo Windows, mentre per i portatili mettiamo Linux, che è un po’più leggero e free source e permette di lavorare meglio sui portatili».
Su quanti device lavorate ogni sabato mattina? «Dipende anche dalle persone che vengono. Di solito una decina di computer qui e poi anche alcuni che portiamo a casa da sistemare».
Come avete fatto a diventare tecnici informatici? «Qualcuno di noi ha iniziato facendo uno dei corsi di Massimiliano, c’è chi invece è un suo studente a Magnago e chi sta iniziando adesso per la prima volta: tutti ci siamo appassionati iniziando a venire qui con lui ad aiutarlo nella sua missione»