ll progetto de Il Giorno per i lettori di domani

Scuola, al primo posto nei desideri di tutti

L’istruzione sa sorprendere, anche se le persone spesso la giudicano insufficiente o poco adeguata alle nuove necessità

La scuola è un’istituzione che risale al 3500 a.C. presso i Sumeri, quindi poco dopo l’invenzione della scrittura. La parola scuola deriva da quella latina schola, che a sua volta deriva dal greco antico scholèidon. In origine questo termine significava “tempo libero”, poi si trasforma in “luogo in cui si passa molto tempo libero”, in quanto si discuteva di Filosofia. Il significato di scuola è cambiato ancora per divenire “luogo in cui si legge e si imparano le cose”.

In Italia il primo a organizzare delle scuole statali fu il Regno di Sardegna nel XVIII secolo, con Maria Teresa d’Austria che fissò l’obbligo scolastico dai 6 ai 12 anni, ma si deve attendere il XIX secolo per avere una più ampia diffusione delle scuole pubbliche. Andare a scuola è una conquista e un piacere che si riscopre con gli anni. Spesso da adulti si dice che il tempo della scuola era il più bello, perché spensierato e ricco di incontri ed emozioni. Acquisire nuove conoscenze, sperimentare, approfondire, socializzare e divertirsi sono gli ingredienti per una buona scuola. La scuola è un ambiente di apprendimento che, se gestito con empatia, accresce le competenze e la voglia di imparare. Il compito degli insegnati è di educare, istruire e creare basi per una socialità positiva, dove il rispetto dell’altro è messo al primo posto e dove la ricerca del sapere e l’amore per le conoscenze sviluppano un senso critico, una capacità di ascolto e di osservazione, che servono per costruire una personalità equilibrata. Spesso gli alunni si ritrovano in gruppi in cui l’amicizia va “accompagnata”, cioè l’insegnate attento ha il compito di creare situazioni di serenità e benessere, affinché gli studenti trovino nella scuola un punto di riferimento e un luogo di accoglienza positiva. Non vi sono differenze, non vi dovrebbero essere. Si deve a Claudio Imprudente il termine “diversamente abile”, che identifica ciò che una persona sa fare, un vero e proprio salto culturale e a scuola ognuno si deve sentire bene, accolto, rispettato e valorizzato in ogni sua capacità.

L’apprendimento avviene attraverso fasi strutturate dai docenti, che con grande impegno e passione, si dedicano ai loro ragazzi, ma anche ai loro bambini, la scuola si rivolge a ogni fascia d’età. Nella scuola sono utilizzate le Lim, grandi lavagne multimediali, che permettono in tempo reale di collegarsi con il mondo, di ascoltare, osservare, intervenire in tempo reale, rielaborare eventi, testi, immagini e video durante le lezioni. Gli insegnanti hanno dovuto adeguarsi alle nuove richieste, aggiornandosi e sviluppando empatia per un mondo ormai impregnato di digitale. I “nativi digitali” vanno seguiti, stimolati e occorre infondere loro il rispetto delle regole, per non incorrere in dipendenze eccessive o pericoli che si annidano in rete, se non controllati ed educati. Può essere, invece, un valido strumento di studio e approfondimento, senza però dimenticare il caro e adorato libro.

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