ll progetto de Il Giorno per i lettori di domani

IC Maria Immacolata di Saronno (VA) - 2A, 2B

Banksy: il diritto al centro dell’arte

Anonimo ma famosissimo, durante la notte, tramite i suoi lavori, sensibilizza le persone di tutto il mondo sui diritti umani

Ma chi è Banksy? La sua identità è avvolta nel mistero, è noto solo il nome con cui si firma in ogni sua opera.

Questo pittore, tramite i suoi dipinti, vuole denunciare le ingiustizie nel mondo. Lavora con stencil e bombolette spray affinché possa tenere al sicuro la sua persona. Banksy è conosciuto soprattutto per i suoi capolavori rappresentanti i diritti dei minori. A volte le persone, quando vedono dei quadri che raffigurano bambini, sottovalutano l’importanza del messaggio che lui vuole trasmettere, anche se hanno un grande significato come «No Ball Games».

Questo murales venne trovato per la prima volta a Londra, sul muro di un edificio. Guardandolo salta subito all’occhio il cartello rosso, che è l’unico elemento colorato dell’opera. L’oggetto riporta la scritta «No Ball Games», da cui prende il nome questa testimonianza. Il messaggio che vuole lanciare l’artista è quello di ribellione e di lotta per i propri diritti, in questo caso quello della libertà di gioco.

La scena, apparentemente semplice, è in realtà carica di tensione: i bambini sembrano voler sfidare un ordine imposto, recuperando il diritto al divertimento, alla spensieratezza.

Un grande significato in un disegno molto semplice. Metodico e preciso, questo artista, come molti altri, riprende argomenti che per noi sono comuni, scontati, anche se in altri paesi vengono sottovalutati o addirittura ignorati.

Nel mondo, i bambini a cui vengono vietati i diritti sono 7,2 milioni e Banksy aiuta a rendere le persone consapevoli con la sua produzione artistica.

Il diritto al gioco e il diritto all’istruzione sono solo due delle diverse opportunità che aiuta-no la formazione di ognuno: il gioco permette di relazionarsi e di confrontarsi per migliorare il proprio carattere e la propria persona; infatti, le attività ludiche a cui tutti i giovani hanno diritto servono per rilassarsi e per capire il mondo esterno.

Questa attività aiuta a prendere parte alla vita reale al di fuori della famiglia, dialogando e conversando con persone con le quali si ha un rapporto di amicizia o di conoscenza. Inoltre, il diritto al gioco è anche un modo per contrastare le disuguaglianze e le difficoltà che alcuni bambini dovrebbero affrontare, offrendo loro un’opportunità di crescita sana e positiva, indipendentemente dalle loro condizioni economiche e sociali.

Spesso, attraverso il gioco, un bambino riesce ad affrontare traumi e tensioni che non riuscirebbe a esprimere a parole, trasformando un momento ludico in uno spazio di espressione emotiva. È proprio questo che Banksy ci invita a ricordare: dietro ogni immagine c’è un’esperienza di vita, una battaglia civile, una speranza. Le sue opere sono un grido muto ma potente, capace di risuonare ovunque.

 

Come è nata la tua passione per l’arte? «Ho sempre avuto la necessità di esprimermi fin da bambina».

Perché hai scelto di rappresentare le tue opere in modo astratto? «Ho scelto questa modalità perché posso esprimere i miei sentimenti in modo completo».

Cosa ti ha spinto a dipingere? «Io dipingo per vedere i miei sentimenti su una tela che mi rappresenta».

Quali temi affronti con le tue opere e a quali artisti ti ispiri? «Affronto tanti temi, sia reali che quotidiani. Ammetto di non avere artisti preferiti. Tutte le opere mi trasmettono dei sentimenti, soprattutto quelle di Van Gogh».

Hai mai dipinto un quadro che denuncia i diritti? «Il quadro “Impulso” è un’opera che denuncia i diritti delle donne, ma ho trattato anche quelli dei bambini con il mio quadro “Mai nato”».

Quale quadro ti rappresenta maggiormente? «Il quadro “Io” è l’opera che mi rappresenta maggiormente. Vedo sfumature e colori e in questi mi identifico».

Hai mai pensato che la gente non capisca i tuoi quadri? «Certo! Ma l’importante è immergersi nel disegno altrimenti è come mettere davanti un muro».

Hai mai pensato di cambiare stile? «Si, ma quello attuale con i pastelli mi convince di più». 

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