ll progetto de Il Giorno per i lettori di domani

Che persona sei se rubi nelle scuole?

Una notte di dicembre i ladri sono entrati nel plesso della media «Saba» e hanno portato via 14 computer. L’indignazione degli alunni

Nella notte tra il 18 e il 19 dicembre «i nemici di Babbo Natale» si sono introdotti nella nostra amata scuola a Bruzzano, un quartiere periferico a nord-ovest di Milano, con un’impresa tutt’altro che complicata. 17 aule, in ogni aula una LIM, in ogni aula un computer, in ogni aula 20 ragazzi abituati a studiare interagendo con la tecnologia, che accompagna costantemente le lezioni, il giorno successivo si sono trovati di fronte solo la lavagna multimediale che, senza pc, è una copia sintetica della vecchia lavagna di ardesia. Gli alunni a casa in quarantena a causa della pandemia non hanno potuto seguire le lezioni con la didattica a distanza.

Si pensa che i malviventi siano entrati attraverso la porta antipanico della mensa e quella del primo piano, aggirando così le porte con i catenacci che impediscono l’accesso tra un piano e l’altro, poi hanno rotto il vetro delle porte di accesso ai corridoi e sono entrati nelle aule tranciando, con un tronchesino, il cavo di metallo che fissa i pc alla parete dell’aula e rubandoli. E allora ci chiediamo: ma perché privare una scuola di importanti risorse utili per la didattica? E a quale scopo? Forse per rivenderli? Non avremo mai una risposta! I pc non erano neanche dei migliori e alcuni anche piuttosto vecchiotti. Fatto sta che gli alunni, il giorno successivo, si sono ritrovati in classe senza pc, dispiaciuti e arrabbiati si sono immediatamente organizzati per manifestare la loro indignazione e la loro rabbia e informare il quartiere: «Se rubate alla scuola rubate al quartiere!», «La scuola è di tutti, la scuola è del quartiere!», «Non siete fighi se rubate i pc!». Questi gli slogan scritti e «urlati» dagli studenti della nostra scuola Saba in giro per le strade di Bruzzano, che hanno inoltre affisso volantini per sensibilizzare e coinvolgere tutta la popolazione del quartiere, perché il furto subito va al di là della sottrazione di dispositivi. Il danno è stato subito dalla scuola, dal quartiere, ma soprattutto dagli allievi in quarantena o in isolamento, a cui è stata negata la possibilità di seguire le lezioni a distanza.

La gente, a vedere e sentire i ragazzi, si è avvicinata per chiedere le motivazioni del volantinaggio e ha fatto sentire la propria solidarietà condannando senza mezzi termini il vile furto.

Il quartiere ha bisogno della scuola, così come la scuola ha bisogno del quartiere: si tratta di due entità dove i preadolescenti crescono e fanno i primi passi al di fuori della famiglia.

Nella scuola e nel quartiere nascono amicizie, nuovi amori, si litiga e ci si riappacifica, si gioca, si impara e ci si diverte.

Vogliamo che tutti, adulti e ragazzi, personaggi pubblici e non, istituzioni, si prendano cura della nostra scuola, tutelando i suoi beni e la struttura, assicurando un “fare scuola” che contribuisca a rendere i nostri ragazzi cittadini attivi e consapevoli. Rubare alla scuola è rubare al quartiere!

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