Andiamo in serra con palette e secchielli
Nella «casetta delle verdure» per un giorno diventiamo tutti contadini pronti a coltivare insalata, erbette, pomodori e zucchine
Sapete cosa succede quando all’improvviso si riceve una notizia inaspettata? Semplicemente “gioia infinita”. Ebbene questo è quanto capitato a noi, in uno dei soliti mercoledì pomeriggi a scuola. Suspence totale perché eravamo all’oscuro di tutto. “Tra poco andremo in serra” comunica la maestra. D’istinto coralmente gridiamo: “Urrà, che bello!”.
Ci viene spiegato che si tratta per l’appunto della nostra serra, montata da alcuni operatori nell’ambito del progetto “Transizione ecologica” cui la scuola ha aderito. Ci sentiamo euforici in quanto è la primissima volta che viviamo un’esperienza del genere e, nel contempo, molto curiosi perché interreremo alcune tipologie di insalata. Metteremo quindi, seppur per un giorno, da parte penne e quaderni per…impugnare strumenti (palette, secchielli) adatti alla coltivazione prestatici dai nostri “fratelli maggiori” della classe quinta che già si “sono sporcati le mani”, poiché iscritti anche loro al medesimo progetto. Come dei bravi contadini raggiungiamo il luogo dove sorge la fatidica “casetta delle verdure”. I nostri occhi sono letteralmente catturati dalla struttura trasparente, coi muri di plastica ondulata, con una porta, una piccola finestra e un insolito tetto arcuato. Le gambe ci tremano. Siamo ansiosi di entrare in quello che definiamo ”il nostro orto didattico”…Apriamo quindi la porta ed ecco davanti a noi “salutarci” piccole cassette in legno con vari tipi di insalata come la scarola, la cicoria, la lattuga. Divisi in allegri gruppetti le nostre mani vengono a contatto con la terra fresca e umida nella quale creiamo dei buchetti per inserire poi le piantine. Sentiamo il profumo della terra tra le dita. Ragazzi che meraviglia!!! Dobbiamo però prestare molta attenzione a lasciare un po’ di distanza tra i vari buchi in quanto le nostre verdurine hanno bisogno di aria per respirare e di posto per diventare grandi. Qualcuno esclama: “Che facile? Tutto qui?”. Un altro borbotta: “Ti sbagli…pensa alle interviste fatte ai nostri nonni e bisnonni.
Si alzavano prestissimo e tornavano la sera stanchissimi dopo un’intera giornata di lavoro.
A cena mangiavano polenta, minestrone, uova, formaggio, mentre la carne una volta sola, alla domenica. Inoltre si preparava la marmellata con la frutta di campagna e consumata a colazione”. All’improvviso, proprio nell’attimo in cui uno di noi sta tastando il terreno per praticare un nuovo buco una verde scarola comincia a mugugnare: “Psss, psss…Come procede il lavoro?” E le sue fresche compagne: “Dai racconta siamo curiose”. Uno di noi risponde: “Non sai quante energie stiamo bruciando” mentre un altro aggiunge: “E pensare che i nostri nonni ne bruciavano il doppio!”. Scambiare quattro chiacchiere con loro ha consentito a noi di recuperare la cultura contadina e apprezzare il sapere di ciò che si coltiva. Potremo anche consumare, alla mensa, il frutto del nostro lavoro e imparare a mangiare in maniera sana!!!Cosa significa per voi l’orto? «Significa coltivare, sporcandosi le mani e stando a contatto con la terra fresca. Ma vuol dire anche divertirsi e creare nuova vita».
Perché avete deciso di fare l’orto? «Abbiamo voluto cimentarci in questa esperienza perché pensavamo fosse divertente farla, ma soprattutto eravamo curiosi di provare, in prima persona, la fatica che facevano i nostri nonni quando lavoravano la terra nei loro campi. Con questo progetto abbiamo pensato di coltivare verdure buone e sane che ci aiutino nella crescita».
Con che cosa avete lavorato l’orto? «Trasformati in contadini in “erba”, prima di tutto abbiamo utilizzato mani e piedi, per poi servirci di vanghe, zappe, rastrelli, guanti, innaffiatoi e stivali: insomma di tutto ciò che può servire per lavorare la terra, piantare i semi e farli crescere, oltre che ripararli dal maltempo, specialmente il gelo» Cosa significa transizione ecologica? Per noi significa trasmettere un’ecologia sana. Ed è una sensazione bellissima e molto importante per noi» Perché avete deciso di aderire al progetto? «Desideravamo fare qualcosa di diverso dalla routine scolastica.
Abbiamo accolto con entusiasmo questa bellissima esperienza e, per così dire, ci siamo sentiti “dentro la natura”». LA REDAZIONE