ll progetto de Il Giorno per i lettori di domani

IC Don Milani Saltini di Vimercate (MB) - 2C

Andiamo alla scoperta del museo Must

Vi si può ammirare il patrimonio del territorio vimercatese: visitandolo si scoprono la storia locale, la cultura e le nostre tradizioni

Nel cuore della città di Vimercate ha sede il Must, il museo del territorio, che abbiamo visitato una domenica pomeriggio di febbraio con i nostri compagni di classe: il museo contiene una raccolta delle opere vimercatesi dall’epoca preromana ai nostri giorni, è il primo museo dedicato alla Brianza est, area tra i fiumi Adda e Lambro, in un edificio che emerge con la sua eleganza nel centro storico. Ha sede, infatti, nella Villa Sottocasa, costruita nel XVIII secolo: essa fu una residenza cinquecentesca appartenuta alla famiglia Sfondrati. Nel corso dei secoli passò tante volte di proprietà e negli anni si sono avvicendati diversi proprietari. La Villa, che è stata dimora di campagna per famiglie dell’aristocrazia milanese, è caratterizzata da architetture monumentali, che alla nostra vista appaiono sobrie ed eleganti. Alle spalle della struttura si può ammirare il grande parco Sottocasa esteso per oltre sei ettari, mentre dall’altro lato c’è un parco cittadino, il parco Trotti. Il nostro percorso nel museo si è sviluppato percorrendo le sue 14 stanze che si susseguono seguendo un ordine cronologico e propongono, al loro interno, anche attività interattive. Le collezioni create sono gestite dal museo e mostrano le peculiarità culturali del territorio. Delle collezioni fanno parte sia oggetti materiali (beni archeologici, manufatti, fotografie, modellini e mappe, quadri, statue, pannelli con spiegazioni dettagliate che mostrano la vita quotidiana e le invenzioni di vari personaggi), sia oggetti immateriali (immagini digitali, programmi interattivi e multimediali, video, registrazioni audio e musiche). Secondo noi, alcune di esse suscitano curiosità e desiderio di approfondire l’argomento; per esempio la sala numero uno si intitola “il mito delle origini” e in essa sono presenti reperti archeologici come vasi, piatti e lastroni di pietra sui quali sono incisi scritte e numeri a testimonianza delle origini antichissime degli insediamenti nel nostro territorio (VI-V sec. a.C.). Un’altra sala particolare è la numero undici: la sala Expo, nella quale sono presenti quindici box di legno contenenti prodotti italiani di epoche differenti: che divertimento per noi aprire le ante per scoprire cosa si trova all’ interno! Proseguendo il percorso, si giunge nelle sale dedicate alla realtà contemporanea con opere caratterizzate da una grande varietà di tecniche e linguaggi innovativi che raccontano le trasformazioni del paesaggio e della vita odierna. Ogni due o tre mesi, inoltre, il Must ospita una mostra monografica, per esempio quando siamo andati noi era in corso la mostra “Munari, arte al futuro”, dedicata al celebre artista e designer Bruno Munari. Inoltre periodicamente vengono organizzati laboratori per bambini e offerti progetti didattici per le scuole, sempre con l’obiettivo di scoprire la bellezza e la ricchezza culturale del nostro territorio.

Cos’è la Pedemontana? «La Pedemontana lombarda è un’autostrada in costruzione nell’area a nord di Milano. Noi protestiamo contro la tratta D breve, reputata inutile perché parallela ad un’altra già esistente, la A51. Essendo gratuita, il rischio è che molti confluiscano in questa strada, creando una nuova zona di traffico». Per dove passerà? «Attraverserà le province di Varese, Como, Monza-Brianza, Milano e Bergamo, passando anche per 5 fiumi tra cui il Lambro e l’Adda e per il 70% nel parco PANE (Parco Agricolo Nord Est)». Quali sono gli aspetti positivi e negativi? «Di positivo c’è che toglierebbe il traffico da parte dell’A4. Troviamo però più aspetti negativi: rovinerebbe l’ambiente impedendo alle piante di crescere, in caso di pioggia l’acqua non verrebbe filtrata dal terreno cementificato e si potrebbero verificare inondazioni». Perché siete contro? «Perché l’autostrada passerebbe per molti campi coltivati, i proprietari dovrebbero lasciarli e verrebbero risarciti meno dell’effettivo valore del campo. Si costruirebbero poi edifici per lo stanziamento dei camion o per le industrie». Di cosa vi occupate come comitato? «Raccogliamo firme da inviare al Comune, organizziamo manifestazioni e assemblee per sensibilizzare le persone».

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