Fake news, giovani intrappolati dallo schermo
Critiche degli adulti alle nuove generazioni, molti pregiudizi da sfatare. L’importante è fare attenzione a non generalizzare
«I giovani d’oggi non hanno voglia di lavorare, sono degli scansafatiche, non hanno interessi e stanno tutto il giorno davanti al telefono…». Questa è l’opinione negativa sui ragazzi che si è diffusa negli ultimi anni. Molte persone considerano infatti gli adolescenti della “generazione Z”, i cosiddetti “nativi digitali”, pigri e senza vere passioni: credono che trascorrano tutto il loro tempo libero in casa, davanti agli schermi, soprattutto sui social, sprecando così la loro giornata; pensano che non sappiano fare nulla oltre a navigare su internet e a giocare ai videogiochi, e che, per questi, tralascino persino i compiti e lo studio. Queste convinzioni appartengono a molti adulti, che le diffondono anche attraverso la TV, i giornali e la rete. Però, se è vero che alcuni giovani sono ossessionati dalle nuove tecnologie (è innegabile che qualcuno passerebbe tutta la vita davanti agli schermi senza mai stancarsi!) parecchi altri coltivano svariati interessi, mettendo in mostra doti sportive, artistiche e musicali. Molti, ad esempio, praticano sport di diverso tipo: il calcio sembra quello preferito dai ragazzi, la danza e la pallavolo quelli scelti dalle adolescenti; a questi si aggiungono il nuoto, lo sci, il tennis, il Karate… La maggior parte dei giovani segue corsi base, come forma di svago e divertimento, ma alcuni si allenano a livello agonistico, perché nutrono una profonda passione e sperano di diventare un giorno atleti professionisti. Ciò richiede però un impegno costante e considerevole, soprattutto se si pensa che tutte le attività sportive si aggiungono ai doveri scolastici, che non possono essere tralasciati; quindi spesso sono necessari dei sacrifici, come rinunciare al tempo dedicato agli amici e alla famiglia. A dimostrazione del fatto che i giovani d’oggi siano tutt’altro che pigri, è sufficiente pensare ad alcuni atleti che hanno dedicato la loro vita allo sport e hanno raggiunto fama mondiale, come la sedicenne Lara Colturi, che, per entrare in Coppa del Mondo di sci, ha scelto persino di gareggiare per l’Albania, dove non è richiesta la maggiore età. Un altro esempio è quello di Pablo Martin Paez Gavira; un calciatore del Barcellona appena diventato maggiorenne; è abilissimo e ha ottenuto la sua prima convocazione in nazionale due anni fa, quando era ancora giovanissimo. Ma lo sport non è l’unica occupazione dei ragazzi d’oggi: alcuni si divertono semplicemente uscendo con gli amici, oppure aiutano i familiari in casa, ascoltano musica, suonano, si dilettano in cucina, fanno passeggiate, si dedicano al giardinaggio o alla lettura. Le generazioni sono cambiate e continueranno a farlo, quindi è inutile limitarsi a rimproverare i “nuovi arrivati” solo perché diversi dai ragazzi di ieri. Proviamo piuttosto a non generalizzare e offriamogli degli stimoli che diano la possibilità di migliorare il loro e il nostro futuro!
Tutt’altro che pigri sono i ragazzi di Aprica, un paesino turistico di montagna in provincia di Sondrio, dove l’ambiente favorisce lo svolgimento di attività sportive all’aria aperta, in qualsiasi stagione. Quasi tutti i giovani del posto sono impegnati nello sport, sia nel periodo scolastico sia nelle vacanze. Lo sci è l’attività più svolta: alcuni fanno discesa solo per divertimento, altri seguono corsi un paio di giorni alla settimana, altri ancora lo praticano a livello agonistico, perciò sono impegnati ben 5 giorni su 7, weekend compreso. Alcuni ragazzi preferiscono altre specialità, come snowboard, alpinismo e fondo. Apprezzano molto anche la ginnastica artistica, il calcio e il Karate. Durante l’estate percorrono sentieri di montagna a piedi o in mountainbike, fanno downhill e arrampicata, nuotano nella piscina del paese e giocano a calcio al campo sportivo. Chi è meno impegnato nello sport, aiuta spesso i genitori, nelle faccende domestiche o in campagna. Nei momenti liberi che restano, i ragazzi escono insieme per stare in compagnia degli amici. Di conseguenza il tempo da passare davanti a TV e cellulare è veramente poco, anche perché bisogna conciliare il tutto con gli impegni scolastici. Una piccola realtà come Aprica fa riflettere su come i ragazzi, con le giuste opportunità, sanno trovare forme di divertimento educative e salutari, forse più degli adulti.