Belle da morire, davvero in tutti i sensi
La ricerca dell’avvenenza a tutti i costi è un pericolo soprattutto per i giovani che non hanno una personalità ancora formata
Nel mondo in cui viviamo la bellezza ha un ruolo predominante: è importante essere belli, che la propria bellezza sia riconosciuta e apprezzata. Essere approvati dagli altri ci fa sentire di appartenere a un gruppo, di essere al sicuro e protetti e risponde al bisogno primordiale di sicurezza dai pericoli esterni.
Quando guardiamo lo smartphone e vediamo decine di notifiche, like e commenti, ci sentiamo appagati. Più riceviamo consensi, più condividiamo sui social e questo alimenta il bisogno di piacere agli altri e di sentirsi apprezzati, stimati e considerati. L’apparenza sui social media è diventata quasi uno stile di vita: si fanno addirittura esperienze con il solo scopo di postarle e stupire gli altri. E’ invece vietato mostrarsi deboli, feriti, imperfetti, manchevoli. Il concetto di «canoni di bellezza» si riferisce al fatto che le persone sono influenzate da ciò che la società considera attraente e utilizzano tali ideali per fissare obiettivi riguardanti il proprio aspetto.
Questi ideali possono variare a seconda delle culture; ad esempio nella nostra società l’ideale predominante per le ragazze è quello di essere irrealisticamente magre, mentre per i ragazzi e gli uomini è quello di essere magri e muscolosi.
Le ricerche hanno dimostrato che l’insoddisfazione per il proprio aspetto può portare a comportamenti malsani sia nei giovani che negli adulti, soprattutto quando si dà maggiore importanza all’aspetto estetico piuttosto che alla funzionalità del corpo. Quando le ragazze consulta-no i media, come televisione, riviste e social media, possono fissare obiettivi irrealistici nei confronti del loro aspetto fisico, sviluppando sentimenti di disgusto, vergogna e colpa e predisponendosi a comportamenti errati. Questo fenomeno vale anche per i ragazzi, via via sempre più coinvolti nella spirale dei like e delle approvazioni sui social media.
Diversi fattori possono contribuire all’insoddisfazione per l’aspetto fisico, tra cui le immagini delle celebrità, le pressioni da parte della famiglia e degli amici, i messaggi martellanti degli influencer e il bullismo da parte dei coetanei.
Ci si dedica perciò così tanto all’apparire che non ci si preoccupa quasi più di essere. Dietro l’apparire di una bella facciata, spesso si celano il malessere e le ferite che nessuno può e deve vedere: la persona è sola, con le proprie imperfezioni, nell’indifferenza o, peggio, nel mirino del giudizio degli altri. Le cronache riportano spesso le vicende di ragazze e ragazzi fragili, che sono stati spezzati da commenti malevoli, che si sono sottoposti a interventi chirurgici o a trattamenti inumani, che hanno messo a rischio la propria vita perché non si reputavano mai magri abbastanza, belli abbastanza. Gli studi indicano che è necessario rafforzare la fiducia in sè; è necessario creare relazioni più solidali, più concrete, meno virtuali: la vita vera è oltre i social.