Genova, stupefacente visita all’acquario
È stata un’occasione per scoprire le meraviglie del mondo marino ma anche per promuovere il rispetto per l’ambiente
Il 7 marzo scorso la nostra classe, ovvero la 1 F, è andata a visitare la città di Genova, in particolare il suo acquario. Siamo arrivati a destinazione verso le 10:30. Una volta entrati all’acquario c’era una guida di nome Valeria che ci ha accolto calorosamente.
La prima sala in cui la nostra guida ci ha portato era buia ed ospitava le murene, ovvero delle specie di serpenti del mare e i cavallucci marini. Dopodiché abbiamo visto i lamantini, gli animali da cui deriva la famosa leggenda delle sirene e una delle poche specie di mammifero che vive in acque dolci; in questa vasca c’erano 2 lamantini maschi di nome Pepe e Tino, cioè padre e figlio.
Poi la guida ci ha portato a vedere la vasca degli squali: tra questi, lo squalo sega, la cui principale caratteristica è il muso allungato e contornato da piccoli denti che hanno la funzione di raccogliere i residui che si trovano sul fondo e di difesa.
Successivamente la guida, ci ha condotto a vedere una vasca speciale, dove, oltre a poter vedere i pesci, si potevano anche toccare; in questa vasca abbiamo potuto toccare le razze, dei pesci con un corpo piatto e qua-si di forma circolare.
La sala successiva ospita 2 delfini, uno maschio e l’altro femmina, che nuotavano e giocavano in una grande vasca con dei palloni. Un’altra vasca accanto viene invece utilizzata quando un delfino deve partorire; una caratteristica fondamentale di quella vasca era che il pavimento si poteva alzare, lasciando parzialmente piena la vasca, nel caso il delfino abbia dei problemi durante il parto e un veterinario lo possa aiutare.
Inoltre c’era anche un’area dedicata a molte specie, colori e tipologie diverse di pesci, come il pesce pappagallo, il pesce palla, il pesce scorpione, il pesce zebra e tanti molti altri.
Abbiamo visto una vasca dedicata a i diversi tipi di pesci che c’erano nel famoso film Disneypixar, Nemo: tra questi il pesce pagliaccio, l’unica tipologia di pesce che è immune all’anemone, e il pesce chirurgo giallo.
L’area successiva ospitava la fauna e la flora che vive in zone polari: qui abbiamo visto i pinguini, degli uccelli che non sanno volare, ma hanno la capacità di nuotare molto velocemente.
Poi abbiamo visitato un’area molto vasta, dedicata alla biosfera terrestre; qui abbiamo visto i serpenti di tutte le forme, grandezze e colori, dei camaleonti che hanno la grande capacità di mimetizzarsi.
Poi la guida ci ha presentato la “mascotte” dell’acquario, ovvero una tartaruga marina di dimensioni grandissime che è arrivata all’acquario di Genova poiché aveva avuto un incidente con un’elica di una nave; con l’aiuto dei veterinari è tornata in salute ed è diventata uno dei tanti simboli dell’acquario.
Dopodiché abbiamo terminato la visita con la vasca dedicata alle meduse, che hanno la particolarità di essere costituite quasi interamente da acqua.
La plastica è ovunque: leggera, resistente, economica e incredibilmente utile. Viene impiegata in settori che spaziano dall’industria alimentare alla medicina, dalla tecnologia all’abbigliamento. Ma dietro la sua praticità si nasconde un lato oscuro, fatto di danni ambientali e rischi per la salute umana.
Uno dei problemi più gravi è l’inquinamento marino, causato in gran parte da rifiuti di origine terrestre che finiscono in mare.
Le conseguenze si vedono ogni giorno: spiagge invase da rifiuti, acque contaminate e fauna in pericolo.
Pesci, tartarughe, uccelli e mammiferi marini spesso scambiano i frammenti di plastica per cibo, ingerendoli. Questo può provocare blocchi intestinali, avvelenamento e una falsa sensazione di sazietà che porta lentamente alla morte.
La plastica, inoltre, si decompone molto lentamente.
Resiste per decenni o secoli, frammentandosi in microplastiche che entrano nella catena alimentare. Così, ciò che finisce nello stomaco di un pesce può arrivare anche sulle nostre tavole.
A ciò si aggiunge l’impatto climatico: la plastica deriva dal petrolio e dal gas naturale, e la sua produzione rilascia gas serra che contribuiscono al cambiamento climatico.
Ridurre l’uso della plastica è oggi una scelta urgente, non solo per l’ambiente ma anche per la nostra salute.