ll progetto de Il Giorno per i lettori di domani

Allarme bulli nel Varesotto e nel Milanese

Aumentano gli atti di violenza fisica e psicologica nei ragazzi. Le vittime vengono filmate e postate sui social con tutte le conseguenze

Non fanno che aumentare i casi di bullismo rilevati negli ultimi mesi nel varesotto e nell’hinterland milanese. Per molti ragazzi il pensiero di andare a scuola è diventato un incubo. Si moltiplicano le azioni di bulli che con minacce e percosse rubano alle vittime cellulari, orologi e portafogli. Tali episodi di microcriminalità si sono verificati negli ultimi tempi a Saronno alla fermata dei pullman in via Varese e vicino allo scalo ferroviario in piazza Cadorna, dove gruppi di ragazzi hanno aspettato i coetanei prima che entrassero a scuola per minacciarli con coltelli e derubarli.

Su questi atti di violenza nella città varesina si occupano le forze dell’ordine ormai da alcuni anni. Significativo in proposito l’intervento dei Carabinieri il 27 novembre 2019 al teatro Giuditta Pasta. Nonostante la pandemia gli incontri con gli agenti sono proseguiti ma questo non è bastato a contenere il fenomeno.

Varie analisi condotte dalle forze dell’ordine hanno dimostrato che, se all’inizio del 2020 le chiamate di soccorso per bullismo erano minime, con l’avanzare del tempo sono cresciute notevolmente. Su questi casi il capitano dei Carabinieri Pietro Laghezza ha affermato che il bullo è un vandalo in grado di alterare lo stato d’animo della vittima rendendole impossibile la vita.

Anche nell’hinterland milanese si sono verificati atti di bullismo.

Un caso emblematico è avvenuto il 18 gennaio scorso in un istituto scolastico di Rho come riportato da “Il Giorno”. Un’ordinanza del gip ha disposto un provvedimento di custodia cautelare verso sei sedicenni accusati dei seguenti reati: atti persecutori, diffusione di riprese e registrazioni fraudolente, lesioni personali aggravate. In base alla denuncia di una vittima, le aggressioni sono state fisiche e psicologiche perché tali atti di violenza sono stati pubblicati dai bulli sulla piattaforma Telegram in filmati che hanno raggiunto più di 100.000 visualizzazioni.

In questo, come in tanti altri casi il tema dominante è il corretto utilizzo dei telefonini e di altri dispositivi elettronici perché gli atti di molestia investono in misura dominante la galassia dei social network. Quando le violenze hanno luogo con la pubblicazione di post e filmati offensivi in piattaforme come Instagram, Facebook, Youtube, Telegram, si parla di “cyberbullismo”: termine con cui ci si riferisce ad atti di molestia in cui la vittima rischia di perdere la salute fisica e mentale.

All’aggravarsi del fenomeno contribuisce l’errato atteggiamento dei genitori nei confronti dei figli bulli. Gianluca Gini e Tiziana Pozzoli dell’Università di Padova nello studio Bullismo: quali interventi sono efficaci? hanno dimostrato che genitori troppo permissivi possono portare ad una condotta aggressiva nei ragazzi, non permettendo loro di apprendere con quell’empatia e reciprocità che sono alla base di ogni forma di relazione.

Pagina in concorso