ll progetto de Il Giorno per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Collegio Bianconi di Monza  (MB) - 2A

Si impara a vivere anche giocando a scacchi

Una disciplina affascinante che impone profondi ragionamenti, a partire dalle reazioni alla mossa del momento

Avete mai trovato gli scacchi affascinanti? Ci sono tante ragioni che rendono gli scacchi uno sport davvero incredibile, tra cui la sua storia antica, la strategia e persino i ruoli delle pedine, uno diverso dall’altro.

Il gioco degli scacchi, che aveva il nome di Chaturanga, fu portato in Europa verso l’IX secolo d.C grazie agli Arabi che lo diffondono sotto forma di gioco d’azzardo.

All’inizio, infatti, veniva giocato usando un dado, pratica che venne poi rimossa dalla censura ecclesiastica che vedeva un rischio in questo tipo di attività.

Nel corso della sua storia millenaria, viene anche citato da «Dante Alighieri» all’interno della Divina Commedia nel canto XXVIII, nel quale il poeta si riferisce agli scacchi per indicare metaforicamente il numero degli angeli.

Gli scacchi sono uno dei pochi giochi da tavolo in cui la fortuna non ha ruolo: solo la maestria dello sport porta alla vittoria attraverso lo scacco matto.

Ma perché lo chiamiamo in questo modo? Questo nome deriva dall’indiano «Shah», ossia re, e matto da «Mat», ossia abbandonato, quindi «Shah Mat» re abbandonato al suo destino. Per fare scacco matto occorre infatti intrappolare il re e minacciare di mangiarlo.

Per questo, lo scopo finale di ogni partita è di ingabbiare il re in una prigione impenetrabile da cui non possa scappare.

Bisogna però stare attenti a non immobilizzare il re senza minacciarlo, perché se il re intrappolato non ha nessuna altra mossa disponibile, la partita finisce in «patta», cioè in parità. È necessario considerare che la pratica affina la tecnica e bisogna perciò allenarsi per prevedere le conseguenze delle proprie azioni.

Questo insegna a vedere sia il la-to positivo, che negativo nelle situazioni di giorni.

Come si può intendere, sono tante le regole da imparare e proprio per il grande uso della ragione necessario il gioco degli scacchi è spesso insegnato nelle scuole.

Dall’inizio dell’anno infatti si sono svolti tornei scolastici che hanno coinvolto tutta Italia: tutti i campioni di ciascuna scuola si sono battuti all’interno di più tornei interscolastici, tra cui le provinciali ( per quanto riguarda la scuola media sono state vinte dalla nostra scuola) e i regionali.

Ogni scuola ha portato sei studenti divisi in 1^, 2^, 3^ e 4^ scacchiera e due riserve. Questi scolari si sono sfidati con le scacchiere di altre scuole e i vincitori dei tornei provinciali sono avanzati alle regionali e dopo ancora alle nazionali. La nostra scuola ha una vera e propria squadra di scacchisti che ogni lunedì si sfida. Verso la fine di maggio si organizzerà anche un torneo scolastico che permetterà a tutti gli studenti, dai bambini ai ragazzi delle superiori, di affrontarsi a ritmo di orologi e pedine.

 

Chi da studente non si è mai lasciato trasportare da Paolo e Francesca? È davvero inimitabile la triste storia dei due amanti, costantemente travolti da una bufera “infernale” e così puniti per essersi abbandonati in vita all’amore. Dante li mette all’inferno con l’unica fortuna di poter affrontare insieme la propria condanna. Infatti, vagano ancora abbracciati, fatto che rende la loro storia d’amore infinita. Dante prova pietà per questi personaggi e la sua descrizione ci spinge a comprenderli e a provare compassione.

Da questo possiamo trarre tante considerazioni, come per esempio, quanto fosse diversa la vita di una donna dell’epoca.

Non si poteva scegliere chi sposare e certamente non era possibile separarsi senza essere considerate colpevoli. Il modo in cui sono stati uccisi Paolo e Francesca e la violenza usata nei loro confronti testimonia anche della violenza sulle donne, tema molto sentito oggi.

Per questo, nella lettura delle cantiche, soprattutto con l’Inferno, ci si rende conto di quanto Dante sia un poeta attuale. La Divina Commedia sembra addirittura un’opera scritta ai giorni nostri, tanto che da poco si è istituito il Dantedì, giornata che celebra la grandezza del sommo poeta. Per noi, Dante possiede infatti un’abilità, quella di riuscire a trattare qualsiasi argomento e di renderlo piacevole al lettore attraverso l’uso delle rime incatenate.

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