Oltrepò, terra di resistenza partigiana
Il ruolo della popolazione nella lotta contro il nazifascismo in Alta Val Tidone. Il rastrellamento e la vita del comandante Maino

L’Oltrepò Pavese è stato un luogo importantissimo durante la resistenza partigiana dal punto di vista politico e militare. Il carattere boschivo e montuoso del territorio offriva ripari naturali ai partigiani, molti di questi raggiunsero l’Alta Val Tidone e l’Alta Valle Staffora partendo da Voghera, Casteggio e Broni.
Scappando ai rastrellamenti e aiutati dalla popolazione locale i partigiani sono riusciti a creare in ogni paese liberato dal nazifascismo dei piccoli «stati» liberi, le Repubbliche Partigiane: veniva istituita la scuola e venivano comprati i libri che erano banditi dal regime.
A Zavattarello, borgo medievale dell’Alta Val Tidone sormontato dal castello Dal Verme, avevano creato addirittura un’infermeria per tutti e uno spazio di distribuzione di viveri, per sopperire al contingentamento del cibo. Il Comune ha ricevuto dall’A.N.P.I. il premio di fedeltà alla resistenza per essersi contraddistinto per l’altruismo e l’abnegazione della comunità a supporto della lotta partigiana.
Il 23 novembre 1944 iniziò a Zavattarello il grande rastrellamento prodotto da ingenti forze tedesche, appoggiate dai reparti fascisti. La divisione tedesca era formata da ex prigionieri di guerra russi delle regioni asiatiche, soprannominati «mongoli» a causa dei loro tratti somatici.
Il rastrellamento diventò una caccia all’uomo per scovare covi partigiani, la popolazione subì per questo motivo efferate violenze. Scavavano buche nel terreno per nascondersi, sopportando il freddo, con una nebbia fitta e più di tre metri di neve, i partigiani sopravvissero grazie all’aiuto dei locali; basti pensare che quando nevicava e dovevano uscire dai nascondigli, i contadini si mischiavano con loro e ne confondevano le tracce. I “mongoli” dapprima saccheggiarono e poi incendiarono il castello Dal Verme perché lì non trovarono i gruppi partigiani che si attendevano di scovare.
Luchino Dal Verme nacque il 25 novembre 1913 a Milano, dal luglio ‘41 all’ottobre ‘42 combatté in Russia per poi prendere parte alla guerra di liberazione.
Contribuì dopo l’8 settembre del 1943 all’organizzazione delle prime formazioni partigiane operanti in provincia di Pavia.
Maino (il suo nome partigiano) fu comandante dell’88ª brigata «Casotti» e successivamente della divisione garibaldina «Gramsci».
Alcuni partiti antifascisti gli proposero di contribuire a livello politico come candidato alle elezioni per l’Assemblea Costituente del 1946 ma Luchino rifiutò l’invito. Quattro suoi bisnipoti frequentano la scuola primaria di Zavattarello e hanno contribuito a questo articolo ricordando alcune sue parole: “So quanti morirono per tutti noi, per la libertà di ciascuno di noi. Questo ci impone di sapere cosa ne abbiamo fatto della nostra libertà, o per lo meno che cosa intendiamo farne”.
«Mi chiamo Laura, ho 31 anni.
L’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia è nata nel 1944.
Quello che mi lega all’A.N.P.I. è la volontà di promuovere solidarietà, pace, democrazia e libertà, valori che riguardano la vita di donne, uomini, bambini, anziani, giovani, malati, sani, proprio la vita di tutti! I presidenti di ogni sezione devono essere in grado di unire idee diverse che è esattamente quello che si è fatto durante la resistenza: provenienze ed estrazioni sociali differenti impegnate in unico scopo, portare la democrazia, la libertà e sconfiggere gli oppressori. Sono valori che, fin da quando sono bambina, mi accompagnano, non avrei potuto essere la persona adulta che sono se non avessi avuto questo bagaglio. Sono felice perché lamia maestra delle scuole elementari, la maestra Sandra, non ha mai mancato un anno di portarci a tutte le commemorazioni e di raccontarci della storia della resistenza.
Anche per voi studenti che state scrivendo questo articolo è prezioso il lavoro di approfondimento della storia del territorio e della liberazione dal nazifascismo, altresì è fondamentale che vi approcciate in questa età alla scoperta dei principi fondativi della nostra Repubblica. Grazie all’A.N.P.I. e all’amministrazione comunale ognuno di voi possiede ora una copia della Costituzione italiana, fatene tesoro.”