Una domanda, dov’è finita la gentilezza?
Mirco Vivian e Federica Gambirasi presentano ai bambini il loro docufilm intitolato proprio al comportamento “dimenticato”

I bambini della 4B hanno incontrato Mirco e Federica, autori del docufilm “La gentilezza”.
L’idea di girarlo è nata in una notte d’estate, mentre dialogavano tra loro sui rapporti che si creano tra le persone al giorno d’oggi. Hanno pensato che gli aspetti importanti nelle relazioni dovrebbero essere rispettare gli altri, chiedere scusa, interessarsi al prossimo…Parole e gesti che possono essere raccolti in una espressione: essere gentili.
Hanno deciso di iniziare col domandare, a persone diverse per età e lavoro, che cosa fosse la gentilezza.
La prima persona intervistata è il regista Agosti, secondo cui la gentilezza è un atto di generosità: come sarebbe il mondo se donassimo margherite e non kalashnikov? Questa è la sua provocazione. Per lui la gentilezza è anche un dono che si fa a se stessi, perché ci fa sentire meglio.
Marco Rasconi, un ragazzo disabile affetto da distrofia muscolare, afferma che la gentilezza è essere attenti e disponibili per gli altri.
Noemi e Diletta credono invece che sia offrire la propria casa e dare ospitalità, come nell’antica Grecia: se qualcuno bussava alla porta, lo si doveva accogliere prima di porgli qualsiasi domanda su chi fosse o cosa volesse.
Rita e Claudio vedono la gentilezza nel fare volontariato in teatro con persone disabili: oggi essere gentili è un atto di coraggio perché viviamo tempi prepotenti, ma si può sempre far qualcosa affinché ci sia un cambiamento: gentilezza è occuparsi degli altri e bisogna continuare a seminarla per vederla crescere, perché è un qualcosa che viene da noi ed è possibile per tutti, anche se è un po’ difficile.
A volte basta un sorriso, non giudicare gli altri, ma accoglierli.
La gentilezza è difficile da definire, ma anche Mati e Gege, due bambini di quattro anni, hanno provato a farlo: Gege dice che i grandi, a volte, non sono gentili, perché non ascoltano.
Una delle interviste che più ha colpito i bambini è quella di Cristina Mostosi: sua sorella, in autostrada, ebbe un piccolo incidente. Il conducente dell’altra auto decise di rapirla e strangolarla. Il dolore ha reso forte Cristina, che è andata avanti e ha fondato un’associazione che prova a contrastare la violenza, con iniziative per coltivare il seme della gentilezza e della bellezza in ogni persona.
L’eco-psicologa Marcella Danon dice che la gentilezza può essere contagiosa, perché un buon gesto può generare un circolo virtuoso; sottolinea che per riuscire ad aprirsi con positività agli altri, bisogna prima lavorare su se stessi, perché “Noi siamo molto più di quello che crediamo di essere”.
Finita la visione del film gli alunni hanno espresso i loro pensieri e, stimolandosi a vicenda, hanno formulato diverse domande.
La gentilezza, secondo alcuni, è il rispetto verso gli altri, ma non solo: essere gentili è un atto di volontà, che va perseguito ogni giorno affinché si diffonda nel mondo.
Perché avete pensato di produrre questo docufilm? «Per noi è stato un bisogno, una necessità, il desiderio di riscoprire un comportamento/sentimento che avvicini e unisca le persone».
Cos’è per voi la gentilezza? «Per noi vuol dire soprattutto avere rispetto del prossimo. Indipendentemente da chi abbiamo di fronte, è sempre importante cercare l’incontro con le idee altrui, anche se diverse dalle proprie. Essere gentili non dovrebbe essere uno sforzo: aiutare gli altri migliora anche la propria giornata».
La gentilezza è un modo di vivere artistico? Si può esprimere in qualsiasi forma? «Assolutamente sì, la creatività nelle relazioni umane, supportata dal rispetto, è sempre una scoperta. Anche nel docufilm, la gentilezza viene declinata in varie forme artistiche quali la musica, il viaggio, la natura…» Tutti nella propria vita hanno fatto un gesto di gentilezza? «Pensiamo di sì, non serve fare gesti eclatanti, ma anche solo un grazie e un sorriso possono rappresentare questo sentimento e voi ne siete l’esempio!!» Avete consigli per noi? «Qualunque azione venga fatta con il cuore, con l’intenzione di avvicinarsi all’altro e ascoltarlo, va nella giusta direzione».
Ci sarà una parte 2? «La richiesta ci è stata fatta da molte persone e di fatto abbiamo ancora tanto da proiettare.
Chi lo sa…»