ll progetto de Il Giorno per i lettori di domani

Scuola Primaria di Borgo San Pietro di Crema (CR) - 3A

Lingua madre, lingua in dialogo per la pace

Si possono conoscere tantissimi idiomi differenti, ma il legame più forte resta sempre quello che si ha con le proprie radici

Il 21 febbraio di ogni anno, nel mondo si celebra la Giornata Internazionale della Lingua Madre. Il nostro istituto ha creato un gruppo di lavoro di insegnanti e studenti per organizzare e promuovere un progetto che coinvolgesse l’intera comunità scolastica composta da docenti, genitori e studenti provenienti da numerose nazionalità differenti per valorizzarne le diversità.

Il progetto ha avuto inizio all’interno delle classi fin da settembre, ed ha avuto il suo epilogo il 21 febbraio, con una giornata di festa nella sede centrale della scuola primaria di Borgo San Pietro che ha ospitato nei diversi stand allestiti nelle aule e nella palestra musica, canti, danze, lettura di poesie, installazioni e proiezioni di filmati oltre a cibi provenienti da tutto il mondo.

I bambini e bambine della terza A della primaria di Borgo San Pietro hanno inizialmente approfondito l’argomento, per capire l’importanza dell’iniziativa, stimolati dalla presenza di differenti provenienze all’interno della piccola comunità rappresentata dalla loro classe.

Il primissimo passo è stato quello di risalire alla motivazione della scelta di questa data.

«La scelta della data è simboli-ca: il 21 febbraio 1952, infatti, un gruppo di studenti bengalesi dell’Università di Dacca furono uccisi dalla polizia del Pakistan, che allora comprendeva anche il Bangladesh, nel corso di una protesta per il riconoscimento del bengalese come lingua ufficiale. Per quei ragazzi poter difendere la propria lingua era una cosa così importante da sacrificare perfino la propria vita» (Focus Junior 13 marzo 2025).

In un secondo tempo si sono confrontati stimolando i compagni che parlano una seconda lingua diversa dall’italiano e che è la loro lingua madre a coinvolgere i propri familiari e ad invitarli in classe per approfondire le conoscenze. Dal cinese, all’arabo, dallo spagnolo alla lingua ucraina senza trascurare il dialetto cremasco parlato dai nonni.

Alcuni familiari dei bambini hanno creato una lezione che ha permesso un primo approccio ad una diversa lingua madre. Durante queste mattinate la classe si è trasformata in un laboratorio interculturale. E così la favola del corvo e del topo ha assunto una sonorità diversa, così come una canzone italiana conosciuta è stata cantata in spagnolo, la traduzione di una poesia in rima è stata raccontata in cinese, la scrittura del proprio nome è stata trascritta in lingua araba e tanto altro. La diversità si è trasformata in ricchezza, in scambio reciproco di aiuto e sicuramente ha aperto le piccole menti verso orizzonti più ampi.

Ma non è tutto. In una giornata dedicata al linguaggio non poteva mancare quello del «cibo».

che rappresenta con sicurezza una forma di comunicazione. I bambini e bambine della classe sono stati invitati a preparare, per gioco, sotto la guida comunque di mani esperte (i genitori di una compagna di classe titolari di un ristorante) alcuni piatti di sushi.

 

I giornalisti in erba hanno intervistato il Dirigente Attilio Maccoppi.

Perché ha organizzato il festival della lingua madre ? «Questa iniziativa è in continuità con una manifestazione dello scorso anno che aveva come tematica “La pace nel mondo”. La prima parte del progetto, con l’aiuto dell’insegnante di religione Emanuela Leva, si è svolta con un dibattito con Enrico Fan-toni, direttore dell’Ufficio Migrantes della diocesi di Crema, Geneviève Makaping, antropologa, originaria del Camerun e l’assessore del comune di Crema Emanuela Nichetti. Ritengo importante che la scuola metta al centro della progettualità la diversità come ricchezza. La valorizzazione della lingua madre favorisce il dialogo e supporta l’istruzione». Com’è andata la manifestazione? «Sono molto soddisfatto della partecipazione dei docenti, degli studenti e soprattutto del coinvolgimento delle loro famiglie, circa cinquecento, che hanno portato alla manifestazione un valore aggiunto. La scuola si è aperta alla comunità e il numero delle presenze è stato significativo per condividere il messaggio che ogni lingua è importante e soprattutto è determinante riconoscere e valorizzare un aspetto importante della storia di ciascuno, nell’ottica che ogni cultura vale al pari di ogni altra».  

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