ll progetto de Il Giorno per i lettori di domani

IC Antonio Stoppani di Milano (MI) - 3B

Piazzale Lavater, lezione di rispetto dai bambini

Ogni mattina, l’area si riempie di voci, risate e speranza. Ma anche di rifiuti lasciati durante la notte vicino alle panchine

Ogni mattina, alle 8, il Piazzale Lavater inizia a popolarsi di bambini, genitori e adulti. Per noi bambini, è il momento perfetto per incontrarsi e giocare un po’ prima di entrare a scuola, mentre per gli adulti è un’occasione per fare quattro chiacchiere prima di andare al lavoro.

Ma spesso, le panchine e il piazzale sono invasi da rifiuti lasciati durante la notte da chi ha deciso di consumare il proprio pasto o bere una bibita con gli amici. «È ormai quasi la quotidianità. Quasi lo stupore è trovare la piazzetta libera da rifiuti», dice Paolo, che frequenta la quarta elementare. E non ha torto.

Ogni giorno, il piazzale è ricoperto di bottiglie rotte, carte, tappi e altri rifiuti.

Anche Gabriele, che frequenta la terza elementare, ci racconta un problema che riguarda tutti noi: «Il problema è che noi spesso facciamo delle corse e rischiamo di cadere sui pezzi di vetri rotti di bottiglie rotte». Ma non è solo un problema di sicurezza. «Si parla tanto di salvaguardare il Pianeta, ma se non si inizia dal “piccolo”, dagli spazi comuni come questo, sono parole buttate al vento», interviene Elisa, che frequenta la classe quinta.

Isabella, che frequenta la terza, aggiunge: «Tutto rientra nella parola chiave “RISPETTO”, come dice sempre la nostra maestra». Rispetto per l’ambiente, rispetto per gli altri, e rispetto per gli spazi che condividiamo ogni giorno. È un valore fondamentale che non dobbiamo dimenticare.

Ma come possiamo “alimentare” il rispetto? Non basta solo parlarne, dobbiamo metterlo in pratica ogni giorno. Dobbiamo fare attenzione a non lasciare rifiuti in giro e ad esempio, se vediamo qualcuno che non rispetta gli spazi comuni, intervenire con gentilezza e far capire l’importanza di mantenere pulito e sicuro il nostro ambiente. Un piccolo gesto, come buttare un rifiuto nel cestino, può fare una grande differenza.

E, come dice un vecchio proverbio indiano: «Non ereditiamo la Terra dai nostri antenati, ma la prendiamo in prestito dai nostri figli». È nostro dovere, quindi, proteggere e rispettare il nostro ambiente per le generazioni future. Il rispetto non è solo una parola, è un’azione che dobbiamo compiere ogni giorno.

Lo sappiamo bene noi bambini, che ogni mattina giochiamo tra le foglie, saltiamo tra le pozzanghere o ci rincorriamo tra le panchine. Il piazzale è come un piccolo teatro della nostra quotidianità, e vederlo sporco ci dispiace tanto.

Anche i genitori, a volte, si lamentano. Ma poi tutto resta com’è. Allora ci chiediamo: non potremmo trovare un modo per migliorare insieme le cose? Magari potremmo organizzare una giornata speciale in cui puliamo tutti insieme il piazzale: bambini, mamme, papà e anche i nonni. Sarebbe un bel momento per fare qualcosa di utile, ma anche per stare insieme.

Oppure potremmo fare dei cartelli colorati da appendere alle panchine con messaggi sul rispetto e sull’ambiente.

 

C’è un angolo di Milano, tra le vie trafficate e i risvegli frenetici, dove ogni mattina si svolge una piccola scena di quotidianità urbana: è Piazzale Lavater, davanti a una scuola elementare.

Lì, tra zaini colorati, saluti assonnati e risate leggere, i bambini si incontrano prima del suono della campanella. Un momento che dovrebbe essere sereno, leggero, addirittura magico per chi è ancora nel tempo dell’infanzia. E invece, spesso, è turbato da una presenza sgradevole: rifiuti abbandonati, bottiglie rotte, resti di una sera che nulla ha a che fare con l’innocenza del mattino.

A raccontarlo sono i bambini stessi. Con parole semplici, dirette, sincere, questi piccoli cittadini ci restituiscono una fotografia nitida di ciò che accade.

E lo fanno con uno sguardo che non accusa, ma osserva; che non si arrende, ma propone. La loro voce, così limpida, è un invito a riflettere — non solo sullo stato del piazzale, ma su un’intera cultura del vivere insieme.

Ecco, rispetto è la chiave di questo racconto. Una parola semplice, eppure troppo spesso dimenticata. Rispetto per l’ambiente, per gli altri, per gli spazi comuni. Ma anche per se stessi, perché vivere nel degrado significa accettare un mondo più povero, più triste, più pericoloso.

Il caso di Piazzale Lavater non è isolato. È solo uno dei tanti angoli delle nostre città che soffrono dell’incuria quotidiana.

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