Torna Cronisti in classe, il campionato di giornalismo
Confermato il progetto digitale (di QN Nuove generazioni) che accompagna la naturale evoluzione del sistema scolastico
Anche quest’anno è ripartita l’iniziativa «Cronisti in classe», il progetto che da più di vent’anni trasforma gli studenti delle Scuole Primarie (classi IV e V) e Secondarie di Primo Grado in veri e propri giornalisti! Nato nel 2002 con l’obiettivo di avvicinare le nuove generazioni alla lettura dei quotidiani e stimolarli sulle tematiche di attualità, il »Campionato di giornalismo», (progetto che fa parte di parte di «QN nuove generazioni») promosso da Quotidiano Nazionale, il Resto del Carlino, La Nazione e Il Giorno, è diventato ormai un appuntamento tradizionale, molto atteso dagli istituti scolastici delle province coinvolte.
Il successo riscontrato ogni anno da questo evento è confermato dai numeri: all’ultima edizione hanno aderito oltre 500 scuole, 1.000 classi e oltre 23.000 studenti di Toscana, Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Umbria e provincia de La Spezia.
Risultati che attestano l’originalità di una proposta che, avvicinando i giovanissimi alla lettura del giornale, vuole offrire loro stimoli per diventare cittadini consapevoli e capaci di valutare in modo critico quello che accade nella realtà che li circonda. E infatti gli elaborati prodotti dalle scuole offrono uno spaccato reale dei problemi, ma anche delle attese e della curiosità degli studenti-giornalisti. E sono proprio loro, nel corso di questa esperienza, a realizzare una intera pagina di giornale con articoli, titoli, foto e/o disegni: pagina che viene poi pubblicata negli inserti di cronaca di ciascuna redazione locale e anche sul sito web dedicato e sui social della testata. Per l’intera durata dell’iniziativa gli studenti ricevono a scuola copie del giornale cartaceo e digitale per seguire i lavori delle altre classi partecipanti e rimanere aggiornati sui fatti di cronaca. I ragazzi di oggi si fanno interpreti di istanze forti e richieste concrete, così ben espresse nei loro lavori, e dimostrano abilità e interessi non scontati nell’affrontare temi come la pandemia o la guerra in Ucraina, ma anche le grandi sfide del surriscaldamento globale, della tutela dell’ambiente e della sostenibilità o le emergenze legate alla sicurezza nelle città, alla legalità, al degrado urbano, alla valorizzazione del patrimonio artistico, così come il disagio giovanile, gli stili di vita e una corretta alimentazione fino a spingersi lungo le frontiere sempre più avanzate della ricerca scientifica. Bravissimi sono stati inoltre a puntare i riflettori sul mondo del volontariato, ma anche sul rapporto che loro stessi hanno con i social e i new media.
Analogo interesse hanno riscontrato le tracce proposte dagli sponsor che sostengono l’iniziativa, i quali possono anche mettere a disposizione riconoscimenti speciali, cui può concorrere chi segue questi suggerimenti. E ogni volta, lo si vede sfogliando le pagine realizzate dai ragazzi, traspare un approccio giornalistico e critico nell’affrontare i diversi argomenti.
Negli ultimi anni l’arteterapia si è sempre più diffusa come strumento per alleviare stress e ansia soprattutto in particolari situazione come quella di una malattia. Il disegno è un modo di cui si avvale l’arteterapia per far emergere emozioni e sentimenti difficili da raccontare e per ristabilire un equilibrio che un’esperienza di ricovero può minare.
Con l’esperienza del laboratorio «Lo scarabocchio d’autore», proposto ai giovani degenti del reparto di pediatria, si è partiti da un semplice scarabocchio facendo di questo tratto piuttosto disordinato uno spunto per raccontarsi ed entrare in contatto con sé stessi. Senza prestare attenzione alle abilità artistiche, agli strumenti o alle tecniche pittoriche, sono state realizzati dei disegni che non erano già prestabiliti ma che hanno preso forma man mano che l’autore metteva in contatto, scegliendole e rimarcandole, alcune linee del suo scarabocchio.
Queste sono immagini che raccontano qualcosa in più degli autori perché favorisce la loro libera espressione oltre a fare da trampolino per stabilire una connessione e un’apertura verso gli altri. Pertanto, questo momento, che coinvolge la globalità dell’individuo, diventa un’esperienza di rilassamento che genera uno stato di calma nel ragazzo permettendogli di vivere questo delicato periodo in modo meno ansioso.