L’importanza del ricordo. Per cambiare
La reminiscenza è riflessione. Bisogna fare in modo che possa arricchirsi e insieme diffondersi sempre più
La prima volta che si legge la parola «MAFIA» è il 1863. È scritta nell’indagine sull’omicidio Corrao. Corrao è un siciliano che ha combattuto con i Mille di Garibaldi. Qualcuno lo uccide alle porte di Palermo. Ma nessuno ha visto o sentito niente; come troppo spesso quando si parla di Mafia, la violenza e l’omertà sono i punti cardine di questo omicidio. Oltre cento anni dopo sarà Tommaso Buscetta, collaboratore di giustizia, a svelare che i mafiosi in realtà chiamano la mafia «Cosa Nostra» Tutte le vittime di Mafia, vengo ricordate in una giornata, la Giornata della Memoria, che ricorre ogni anno il 21 di marzo.
Il 21 marzo, giorno del risveglio della natura, si rinnovi la primavera della verità e della giustizia sociale, perché solo facendo “Memoria” si getta il seme di una nuova speranza.
La Giornata Nazionale della Me-moria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie giunge alla XXIX edizione ed è riconosciuta ufficialmente dallo Stato attraverso la legge numero 20 dell’8 marzo 2017.
Gli alunni hanno partecipato all’evento in piazza a Marzano per ricordare le vittime innocenti delle mafie Il 21 marzo nasce dal dolore di una mamma Carmela, che ha perso il figlio Antonino Martirano, nella strage di Capaci e non sente pronunciare da nessuno il suo nome. Nessuno. Un dolore che diventa insopportabile se alla vittima viene negato anche il diritto di essere ricordato con il proprio nome.
Ogni anno, nelle città, nei paesi un lungo elenco di nomi scandisce la memoria che si fa impegno quotidiano. Recitare i nomi e i cognomi come un’interminabile rosario civile, per farli rivivere ancora, per non farli morire mai. Per farli esistere nella loro dignità.
Unire la poesia alla Memoria e all’impegno è la strada per migliorare il mondo.
LA MAFIA È La mafia è un velo nero che avvolge la Terra, è peggio della guerra.
Uccide senza pietà ed è una vergogna per l’umanità.
Non possiamo stare zitti e per paura assistere a questa sciagura.
Dobbiamo urlare al mondo intero che la mafia va sconfitta sul serio LA MAFIA La mafia uccide, divide dai familiari dai proprio cari.
La mafia è violenta per potere e per denaro uccide con uno sparo.
Come un velo nero copre un sorriso sincero.
Dobbiamo fare qualcosa; parlare, denunciare per poter vivere in un mondo migliore dove la pace e l’amore rendano tutti di buonumore.
La memoria e il ricordo sono due elementi fondamentali nella costruzione dell’identità individuale e collettiva. Attraverso essi, possiamo connetterci con eventi e storie che vanno oltre la nostra esperienza personale, aprendo la porta a un livello di comprensione e empatia che trascende i limiti temporali e spaziali. Questo concetto è stato brillantemente esplorato dagli alunni, che hanno avuto l’opportunità di partecipare a un progetto di grande rilevanza, realizzato in collaborazione con l’università e l’Osservatorio Anti-mafia di Pavia.
Il progetto ha permesso agli studenti di immergersi profondamente nelle tematiche legate alla memoria e all’impatto sociale delle azioni mafiose, offrendo loro una piattaforma per riflettere su come il ricordo delle vitti-me di mafia possa servire non solo come tributo al loro sacrificio, ma anche come potente strumento di lotta e resistenza contro la criminalità organizzata.
La riflessione condotta dagli alunni ha messo in luce l’importanza cruciale del ricordare eventi che non abbiamo vissuto direttamente. In questo processo, la memoria diventa un ponte che collega le generazioni passate, presenti e future, permettendo di trasmettere valori, insegnamenti e speranze. La trasmissione della memoria attraverso l’empatia emerge come un mezzo potente per sensibilizzare e coinvolgere.