Cattivi e buoni maestri dei giovani di oggi
I trapper sono i nuovi idoli degli adolescenti. Nei loro testi inneggiano alla violenza, i ragazzi li imitano solo per non sentirsi soli
Piacciono tantissimo ai giovani nonostante i testi delle loro canzoni siano una istigazione alla violenza e alla discriminazione. Ma poco importa, forse gli adolescenti le parole nemmeno le ascoltano piuttosto preferiscono emulare i loro idoli muovendosi e vestendo come loro.
La gestualità, il cappuccio della felpa sulla testa a nascondere il volto, come fossero corpi anonimi, sono il segno evidente che sono seguaci dei trapper. Un modo per sentirsi forti e nascondere le fragilità dell’età, della serie «nella mischia faccio gruppo».
Recenti indagini però hanno rilevato che 6 canzoni, se così le si può chiamare, su 10 contengono espressioni violente. Le ragazze vengono viste e interpretate non come persone da amare ma da usare e abusare. Per citarne una riportiamo le parole di un testo di Fedez e Sfera Ebbasta: «Bitch, ogni giorno / non mi lasciano libero. / Le ordino da casa / come su Deliveroo. / Anche tua mamma è una mia ex. / Le piace bere a canna, / Museruola e collare. / Lei la tratto come un cane, / vuole che le faccio male». Parole che fanno venire i brividi se si pensa a quanta violenza, soprattutto sulle donne, si legge sulle pagine di cronaca. Eppure questi nuovi cantanti hanno un successo planetario. Il loro è il genere più amato tra i giovanissimi, uno stile musicale in costante ascesa, come rivela anche Wrapped 2023, la classifica annuale di Spotify. Loro raccontano situazioni dove la violenza e la disparità di genere risultano temi ricorrenti: presenti rispettivamente nel 60% e nel 55% delle canzoni analizzate. Hanno bisogno di sottolineare che sono forti.
Ora i trapper sono finiti al centro di polemiche e contestazioni. Anche perché proprio per il tipo di vita che conducono alcuni di loro sono in carcere o sono stati picchiati. Tra gli artisti analizzati: Sfera Ebbasta, Dark Polo Gang, Shiva. Alcune canzoni piacciono anche a noi, ragazzi delle medie, le cantiamo a bassa voce e guardiamo i video con le cuffie alle orecchie per evitare che mamma senta e ci dia una bella “ripassata” sull’educazione.
Già perché i nostri genitori fanno i sacrifici per essere sempre presenti nelle nostre vite, per le nostre attività, nonostante il lavoro e la famiglia, e quello che ci insegnano è il rispetto per il prossimo e non la violenza. Forse per sentirsi dei duri usano frasi forti ma dovrebbero pensare che in fondo potrebbe trattarsi della loro mamma o sorella, sarebbe davvero brutto se qualcuno usasse parole così forti e offensive con loro. Nella nostra scuola, la San Carlo e San Michele di Rho, in provincia di Milano, si svolgono vari progetti proprio per educarci, assieme alle nostre famiglie, ad essere delle brave persone. Poi per vivere quel briciolo di trasgressività e fingersi forti ascoltiamo il trap, così ci uniamo alla massa e nessuno fa caso a noi divisi tra gli insegnamenti dei buoni maestri e la maschera che indossiamo per imitare i cattivi maestri.
Dopo la cruenta uccisione di Giulia Cecchettin l’opinione pubblica si è interrogata su cosa porta a così tanto orrore tra i giovani. Ragazzi e ragazze di famiglie normali. Da qui migliaia di mamme e papà hanno puntato l’indice anche contro la musica trap, che secondo l’inchiesta di Libreriamo, social media italiano dedicato alla cultura che ha analizzato attraverso un software quasi 500 testi di canzoni interpretate dai rapper e trapper del momento, induce alla violenza, soprattutto contro le ragazze.
E queste ultime, nonostante tutto, sono tra le prime a idolatrare questi cantanti visti come i “duri”. Ad aver analizzato e denunciato i contenuti dei testi anche il Codacons che li ritiene da mettere al bando, da censurare.
Il Codacons ha invitato la Siae (Società italiana degli autori ed editori) a rifiutare la registrazione di brani contenenti frasi violente contro le donne, in modo da impedire a questi artisti, se così si possono definire, di guadagnare grazie ai diritti d’autore.
La richiesta del Codacons è concreta e una formale istanza è già stata presentata al Governo, alla Siae e anche a una delle piattaforme più usate per ascoltare la musica, Youtube: “Affinché intervengano, ognuno per i propri ambiti di competenza, per arginare il fenomeno delle canzoni contenenti messaggi diseducativi e pericolosi per i giovani”.