Il suono di un’orchestra diventa memoria
L’inchiostro sulla carta ricorda la sofferenza di otto giovani donne internate in un campo di concentramento nazista
Uno scrittore, cinque classi e una storia che merita di essere raccontata.
Cosa la rende così importante? È questo l’argomento che ha alimentato l’incontro avvenuto durante il corso del secondo quadrimestre, nella scuola secondaria di primo grado “Luigi Pirandello“ di Solaro, a cui hanno partecipato gli alunni di terza, in presenza dello scrittore Matteo Corradini, che ha presentato e parlato del suo ultimo libro “Eravamo il suono“, un libro che racconta la storia di otto ragazze, vissute nei campi di concentramento e di come, grazie alla musica, sono riuscite ad affrontare quella situazione e a non perdere mai la speranza.
Le otto ragazze facevano parte dell’orchestra femminile di Auschwitz. Questi i loro nomi: Alma Rosè, una delle direttrici dell’orchestra, è l’unica, delle ragazze di cui parla lo scrittore, a non essere sopravvissuta, è morta nel 1944 in circostanze poco chiare; Anita Lasker, che ha continuato a suonare per tutta la vita; Fania Fenecon , ha scritto un libro di memorie ed è morta nel 1983; Esther Loewy, non ha mai smesso di suonare e cantare, è morta nel 2021; Helen “Zippi” Spitzer, ha partecipato ad un progetto di pace per le Nazioni Unite ed è morta nel 2018; Claire Moins, ha continuato a suonare per concerti dal vivo, è morta nel 1967; Helena Dunicz, ha continuato a suonare il violino fino alla sua morte nel 2018; Violette Splbersteir, ha inciso diversi dischi e non ha mai smesso di cantare.
Lo scrittore Matteo Corradini, ha poi raccontato, di come sia riuscito a trovare le testimonianze che gli hanno permesso di scrivere questo libro e della sua esperienza con la scrittura, e di come, nonostante sia una sua passione, a volte è complicata.
L’incontro è terminato con una riflessione, in cui lo scrittore ha affermato di aver voluto scrivere questo libro perché, anche se parlare della storia di otto ragazze sembra niente in confronto al grande numero di vittime della Shoah, ogni persona ha il suo valore all’interno di questo terribile capitolo della storia e merita di essere ricordata.
l’incontro si è concluso con un’ultima riflessione dell’autore, ovvero che, se dovessimo parlare di tutte le persone morte nei lager, concedendo a ciascuno di loro cinque minuti di tempo, per raccontare in breve la loro storia, ci vorrebbero anni.
La conferenza ha avuto un riscontro molto positivo dalle classi terze che hanno apprezzato e seguito con molta attenzione e rispetto. L’esperienza è molto istruttiva andrebbe svolta in ogni scuola, non solo per la presentazione di un nuovo libro ma anche per comprendere meglio cosa è successo in quegli anni.
Nel corso dell’anno, le classi terze hanno incontrato lo scrittore e studioso di lingua e cultura ebraica, Matteo Corradini.
Dopo la presentazione del libro «Eravamo il suono», gli studenti hanno posto alcune domande all’autore.
Per quale ragione ha deciso di raccontare la storia dell’Orchestra di Auschwitz? «Ho deciso di raccontare la storia dell’Orchestra perché, non sapendo suonare nessuno strumento, provo molta ammirazione per chi lo sa fare».
In che modo ha selezionato le otto storie presenti nel libro? «Ovviamente, tutte le storie dell’Orchestra sono importanti ed interessanti, ma, ho deciso di raccontare queste storie nello specifico, perché sono totalmente differenti tra loro e a mio parere, sono le più particolari». Pensa che il libro in possa apportare un valore educativo ai ragazzi che lo leggeranno? «L’obiettivo principale del libro non è quello educativo, vorrei che fosse fonte di ispirazione».
Per quale motivo si è interessato alla cultura e alla lingua ebraica, decidendo di approfondirle con ulteriori studi universitari? «Ho deciso di approfondire gli studi perché avevo l’ambizione di diventare un giornalista in Israele».
Mentre scriveva ha mai pensato di mollare tutto? «No, non mi è mai successo, anzi, mi veniva un mal di testa “piacevole” mentre scrivevo».